Abusi in oratorio: don Marelli condannato nel processo canonico

All'ex direttore della Fondazione Oratori Milanesi ed ex parroco di Seregno (Mb) è proibito risiedere per 5 anni nel territorio dell'Arcidiocesi di Milano, esercitare per 5 anni l'esercizio pubblico del ministero sacerdotale e per 10 anni confessare e poter svolgere attività di direzione spirituale.

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Al termine del primo grado di giudizio del processo canonico per i presunti abusi sessuali su minori su cui indaga anche la Procura di Monza è stata “riconosciuta la colpevolezza” di don Samuele Marelli. All’ex direttore della Fondazione Oratori Milanesi ed ex parroco di Seregno (Mb) è proibito risiedere per 5 anni nel territorio dell’Arcidiocesi di Milano, esercitare per 5 anni l’esercizio pubblico del ministero sacerdotale e per 10 anni confessare e poter svolgere attività di direzione spirituale. Inoltre don Marelli non potrà mai più “cercare contatti volontari con minori, se non alla presenza di un accompagnatore maggiorenne” e non potrà mai più “cercare contatti volontari, attraverso qualunque mezzo, con persone che erano canonicamente domiciliate a Seregno nel periodo in cui ha svolto ivi il ministero sacerdotale”. La sentenza del Tribunale ecclesiastico è stata letta da Michele Elli, vicario episcopale di Monza, al termine della messa celebrata questa mattina alle 11 nella parrocchia di San Giuseppe a Seregno: “Ogni pena canonica è sempre finalizzata ad ottenere il ristabilimento della giustizia, il pentimento del reo e la riparazione dello scandalo ed è pertanto uno strumento che la Chiesa fa suo per custodire il bene di tutti fedeli. Trattandosi di una sentenza in primo grado di giudizio, essa è soggetta a possibile appello e non è dunque da considerarsi come definitiva. Nel mentre, rimangono in essere le misure cautelari imposte al sacerdote, al quale continua pertanto ad essere proibito l’esercizio pubblico del ministero al di fuori del luogo della sua attuale dimora, nonché il contatto volontario con i fedeli della comunità di Seregno. In questa domenica in cui celebriamo la “Divina misericordia”, esprimo nuovamente la vicinanza a tutte le persone coinvolte e che hanno sofferto per questa vicenda, nonché a tutta la comunità cristiana che vive un momento di turbamento e di ferita. I fatti accaduti ci spronano a ricercare una sempre migliore formazione di tutti coloro che svolgono un servizio educativo nelle comunità cristiane, una prevenzione più efficace e una condivisione delle scelte e degli stili educativi.”

 

 

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