Il 25 aprile non è una carnevalata

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Di Fabio Massa

L’ultima incredibile polemica è sul 25 aprile. Per la morte del Papa il governo di centrodestra ha deciso che le manifestazioni durante il lutto nazionale siano “sobrie”. E visto che nel lutto nazionale, per motivi contingenti, ci finisce anche il 25 aprile, scoppia la polemica. Che cosa vuol dire sobrie? Ecco, dicono: “Sono allergici all’antifascismo”. Io francamente non so che cosa voglia dire sobrie per Meloni e ministri, e non so perché si debba dire che il 25 aprile deve essere sobrio. Anche perché generalmente ai cortei non ho mai visto gente mascherata, balli e danze, musica techno oppure sbandieratori in mezzo alle salamelle. Ho sempre visto persone che ricordano la Resistenza, che vive e vivrà sempre. Ho sempre visto – e questo mica cambia, purtroppo, malgrado gli appelli alla sobrietà – fischiare la Brigata Ebraica. Ho sempre visto gli scontri verbali tra i proPal e i filo israeliani. Ho sempre visto i fischi a quei pochi di centrodestra che partecipano (ricordo Letizia Moratti che spingeva la carrozzina del padre partigiano). Ma questo solo a Milano, e solo in contesti molto particolari. Sennò generalmente il 25 aprile è una festa naturaliter sobria, come il 2 giugno. Una festa purtroppo di parte, quando dovrebbe essere di tutti, ma questo è un discorso ampio e complicato. Al massimo è il concertone del primo maggio ad essere più festaiolo, ma siamo fuori dai 5 giorni di lutto, quindi non c’è problema. Davvero non sto capendo la polemica. E da destra e da sinistra. Ma non si riesce a parlare di cose serie, una volta ogni tanto? Anche solo in memoria di un Papa che aveva il pregio di far riflettere (e a volte di far arrabbiare)? Sempre a romperci le palle tra fascisti e antifascisti dobbiamo stare, nel 2025?

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