O le Olimpiadi o le indagini su Novari: il dilemma dei pm

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Di Fabio Massa

L’altro giorno i magistrati hanno detto che c’è stata una “indebita ingerenza” del governo sul caso della Fondazione Milano Cortina. Questione complicata, ma serve spendere due minuti per spiegarla perché così va l’Italia. Qui abbiamo un signore, Vincenzo Novari, che da amministratore delegato della Fondazione – come denunciò ai tempi Affaritaliani.it Milano – ha fatto cose sulle quali i magistrati stanno indagando, legate all’assegnazione di appalti. Ora, la Fondazione è pubblica, ma di diritto privato. Vuol dire che per volontà del governo non deve fare per forza gare pubbliche. E perché non deve fare gare pubbliche? Perché se la si obbliga a fare le gare, tra tar e consiglio di stato, le Olimpiadi del 2026 sarebbero in programma per il 2048. Ma per i pm il buon Novari qualche cosa di non chiarissimo su cui indagare l’avrebbe fatto. Ma se elimini l’obbligo delle gare, cade anche il reato. E così si finisce nella situazione di oggi: se cerchi di indagare su Novari devi mettere nei guai gli attuali vertici della Fondazione ostacolando le Olimpiadi, se invece non ostacoli il grande evento dell’anno prossimo finisce che si salva anche Novari. Storia complicata, ma che ci racconta due cose. La prima: se per far rispettare le regole si rischia di non portare a termine le cose, forse abbiamo un problema con la giustizia amministrativa. Anzi, leviamo pure il forse: abbiamo un problema. La seconda: non è irrilevante chi si nomina. Forse se si fosse scelto, invece di Novari, un manager un po’ più attento, tutto questo non sarebbe successo. Qui il forse lo lasciamo, ma solo perché non siamo giudici ma solo giornalisti.

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