Alberto Stasi chiede la semilibertà, la Procura dice no

La sostituta procuratrice generale di Milano Valeria Marino ha chiesto il "rigetto" della richiesta della semilibertà avanzata da Alberto Stasi, condannato definitivamente a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi.

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La sostituta procuratrice generale di Milano Valeria Marino ha chiesto il “rigetto” della richiesta della semilibertà avanzata da Alberto Stasi, condannato definitivamente a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi. E, “in subordine”, ha chiesto un rinvio del procedimento per valutare le “circostanze” della sua ultima intervista a ‘Le Iene’ del 30 marzo, che non è stata autorizzata. Lo si è appreso da fonti giudiziarie, dopo le dichiarazioni in mattinata del legale di Stasi. L’avvocato Glauco Gasperini, che ha sostituito in aula l’avvocata Giada Bocellari, impegnata nell’udienza sul maxi incidente probatorio a Pavia, ha parlato al termine dell’udienza di un parere “parzialmente positivo”, evidenziando, in sostanza, solo la parte dell’intervento della sostituta pg sulle relazioni del carcere sul percorso di Stasi, tutte “positive”.  E non ha fatto riferimenti ad un’eventuale proposta del pg ai giudici di accoglimento o rigetto della richiesta di Stasi.   La decisione dei giudici è attesa entro cinque giorni. Stasi non si è presentato in udienza.

Il legale di Stasi oggi ha insistito per l’istanza di semilibertà per il 41enne, ammesso nel 2023 al lavoro esterno (esce dal carcere per andare a lavorare come contabile in un’azienda).  Il 41enne punta alla semilibertà, ossia alla possibilità di stare fuori dal carcere per tutto il giorno o quasi, e non solo per andare a lavorare, tornando in cella la sera. Poi potrà provare, tra non molto, anche con l’affidamento in prova, che si può richiedere quando il condannato deve scontare non più di 4 anni. E a Stasi mancano 4 anni e pochi mesi.

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