Il bergamasco Dario Eynard raggiunge la vetta del Cerro Piergiorgio in Patagonia

Dario Eynard (bergamasco classe 2000), il tutor Matteo Della Bordella e Mirco Grasso (alpinista veneziano classe '93 ) hanno raggiunto la vetta (2719 m, gruppo del Fitz Roy), completando la via “Gringos Locos”, che Maurizio Giordani e Luca Maspes tentarono nel 1995 sul versante nord-ovest della montagna. 

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Dario Eynard (bergamasco classe 2000), il tutor Matteo Della Bordella e Mirco Grasso (alpinista veneziano classe ’93 che si è unito al CAI Eagle Team durante la spedizione) hanno raggiunto la vetta del Cerro Piergiorgio (2719 m, gruppo del Fitz Roy), completando la via “Gringos Locos”, che Maurizio Giordani e Luca Maspes tentarono nel 1995 sul versante nord-ovest della montagna. È questo il risultato più importante della spedizione in Patagonia del CAI Eagle Team, finanziata dal Club alpino italiano, coronamento del progetto formativo durato due anni. “Gringos Locos”:  La via ha uno sviluppo totale di 27 tiri, con difficoltà massima di 7a/A2. Nei tratti più difficili, i tre hanno alternato passaggi in libera a tratti in artificiale mediante skyhook. Negli ultimi cinque tiri la via si ricongiunge alla “Via dell’Hermano” dei Ragni di Lecco, aperta nel 2008 da Hervè Barmasse e Christian Brenna. La cordata è arrivata in vetta alle 3 del mattino di venerdì 28 febbraio, per poi scendere immediatamente, evitando così l’arrivo del maltempo.

Dario Eynard

«Siamo veramente al settimo cielo per questa nuova via, una delle più belle e difficili che io abbia mai fatto, unica nel suo genere: affronta una parete verticale, senza evidenti fessure che indicano una linea naturale, e la risale con uno stile pulito», afferma Matteo Della Bordella. «Non poteva esserci miglior conclusione del progetto CAI Eagle Team: abbiamo realizzato una spedizione complessa, che ha messo alla prova tutti i partecipanti nel loro battesimo con le montagne più belle al mondo».

L’apertura di “Gringos Locos” è stata accolta con grande soddisfazione da Antonio Montani, Presidente generale del Club alpino italiano: «sono orgoglioso del fatto che il Cai sia riuscito a riproporre un alpinismo di alto livello partendo dal coinvolgimento dei giovani alpinisti, ragazzi e ragazze che hanno dimostrato non soltanto doti tecniche, ma quello spirito di aggregazione che permea da oltre un secolo e mezzo il nostro sodalizio».

Anche Maurizio Giordani, arrivato in Patagonia per seguire la salita, si è complimentato con i ragazzi: «questo risultato è la perfetta conclusione di un progetto storico, che rimane nei miei ricordi come un’avventura irripetibile».

Foto Mirco Grasso Cai

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