Di Fabio Massa
Gabriele Antonio Mariani è un uomo onesto. E’ stato candidato sindaco della sinistra contro Beppe Sala nelle elezioni di tre anni fa. Ex Dem, in pieno disaccordo sui temi dell’urbanistica cittadina, oppositore del Salva Milano e sostenitore delle inchieste giudiziarie, trovo che sia una persona intellettualmente onesta, oltre che materialmente. Inutile dire che non condivido praticamente nessuna idea, salvo casi rarissimi e circoscritti. Incredibilmente, ieri ha pubblicato qualcosa su cui penso abbia una grande ragione. In un post su Facebook Mariani – tra le altre cose – scrive: “A metà del secondo mandato (metà!) c’è il risveglio delle coscienze, tra Verdi e qualche consigliere peraltro eletto nella lista Sala (SALA) iniziano le critiche, si organizzano incontri e dibattiti…” E ancora, conclude: “Affiancare alle parole la concretezza di un gesto coerente con esse? Dimettetevi, uscite dalla maggioranza, non c’è altro da dire”. Ecco, su questo Mariani ha ragione da vendere. Su tutto il resto ovviamente per me sono cose non condivisibili ma su questo sì. Tutti questi eletti nella lista Sala che poi vedono Sala come il diavolo incarnato, questi esponenti della sinistra radicale che non sopportano più il partito di maggioranza relativa, tutti questi esponenti del partito di maggioranza relativa ovvero il Pd che però flirtano con quelli di cui sopra, dovrebbero uscire dalla maggioranza. Se poi ci sarà ancora una maggioranza bene, altrimenti ci saranno elezioni. Più chiarezza invece che opacità. Ma il problema vero, ed è bene dirlo a Mariani e a me stesso così magari smettiamo di preoccuparci della coerenza, è che il gioco del salva-Milano si intreccia con quello delle prossime elezioni dove la sinistra non può fare a meno del Pd, e il Pd della sinistra. Come si fa a uscire da una maggioranza e poi farci subito dopo o addirittura durante gli accordi elettorali? La politica a volte fa a pugni con la coerenza, purtroppo.