“Noi chiediamo che i leader nazionali dei partiti che siedono nella maggioranza di Palazzo Marino o i capigruppo al Senato si esprimano in maniera univoca rispetto alla volontà di approvare questa norma, che ormai è chiamata da tutti Salva Milano o Salva Sala”. La richiesta di Fratelli d’Italia è spiegata dal capogruppo in Comune Riccardo Truppo. Nella conferenza stampa “Norma Salva Milano. È il momento della verità” organizzata a Palazzo Marino con Simone Orlandi, coordinatore cittadino e i consiglieri comunali Enrico Marcora, Marco Cagnolati e Michele Mardegan, Truppo ha spiegato che Fratelli d’Italia non voterà la norma Salva Milano in Senato, se non ci sarà una dichiarazione congiunta a livello nazionale da parte dei partiti che sostengono la maggioranza Sala: Pd, Verdi, Italia Viva e Azione. “È impensabile che il centrosinistra che siede a Palazzo Marino e a livello nazionale compone questa compagine politica ritenga o creda che Fratelli d’Italia e il centrodestra debba salvare l’amministrazione Sala o l’amministrazione che ha di fatto causato l’ingessamento che stiamo vivendo in questo momento sull’urbanistica – ha affermato Truppo a margine della conferenza. A chi gli domandava se il partito di Giorgia Meloni voterà contro in Senato, in caso non dovesse arrivare questa dichiarazione della maggioranza, “È inevitabile che anche rispetto alle proposte che il gruppo stesso ha fatto nella scorsa discussione di bilancio, è inevitabile che l’iter legislativo ne risentirà” ha risposto. Anche in conferenza stampa, il capogruppo ha spiegato che senza un’unità d’intenti della maggioranza, “sarà inevitabile che incida sull’iter che la norma avrà al Senato. Chiediamo un momento pubblico dei leader nazionali o capigruppo al Senato che facciano queste dichiarazioni, sarebbe un messaggio importante. Sull’urbanistica torna a esserci una maggioranza che da mesi manca assolutamente.
“Il titolo facile di questa conferenza stampa è No al Salva Milano – ha spiegato Orlandi – Oggi siamo qui per mettere in evidenza quello che non è stato fatto a livello comunale. Vogliamo sottolineare le colpe che il sindaco ha, la maniera in cui è stata recepita la legge regionale 12 del 2009 e anche la legge 18 del 2019 in cui si parla di premialità e sconto oneri, capitolo da mettere in evidenza, come il fatto che le norme di regolamento edilizio a Milano sono vecchie e obsolete ed è responsabilità di chi amministra il Comune di Milano”. Orlandi ha anche denunciato “l’abuso della ‘super Scia’. Confidiamo che il Governo faccia una legge che possa garantire trasparenza e tutela sia ai privati sia al pubblico”. Inoltre ha spiegato che “come partito ci siamo confrontati con nostri gruppi alla Camera e al Senato, abbiamo pieno supporto e fiducia di quello che farà il nostro gruppo al Senato. Ci fidiamo ciecamente di quello che faranno i nostri senatori. Dipenderà da come sarà l’iter e la discussione al Senato e vedremo. Il nostro compito è mettere in evidenza quello che non funziona a Milano!. Truppo ha poi ricordato che le proposte di Fdi erano state bocciate durante la discussione degli emendamenti al bilancio lo scorso dicembre, tra queste c’era il fondo di garanzia e la giustizia riparativa. “Alle proposte era presente il sindaco, anche l’assessore Tancredi, volevamo richiamare l’attenzione di tutti i consiglieri nazionali che non dovessero attendere l’agito anche di altri livelli istituzionali. Dovevano assumersi la responsabilità diretta in Consiglio comunale essendo l’organo deliberativo in città. La bocciatura delle proposte è stata ricordata anche da Mardegan: “Le proposte fatte erano un tentativo concreto e costruttivo di sciogliere tanti nodi. La stessa Procura di Milano aveva avanzato un invito a sedersi a un tavolo, non è secondario. Nel momento in cui si tenta di capire cosa vada fatto, questo aspetto è cruciale. A seguito della discussione in bilancio senza nessuna risposta in Aula è stato dichiarato parere negativo. Con una sfrontatezza politica che riteniamo irricevibile per la città. La città è bloccata ma se ne rendono conto tutti a Palazzo Marino o solo noi?”. Anche il consigliere ha concluso spiegando che in Senato “se non votano le forze che sostengono la maggioranza a palazzo Marino difficilmente ci sarà il voto di Fdi. Ovviamente intendo tutto il PD, i renziani, Calenda e i Verdi”