In un’intervista al Corriere della Sera, Davide Romano direttore del Museo della Brigata ebraica, spiega così i motivi per cui non prenderà parte agli eventi organizzati in occasione della Giornata della Memoria. “Da oggi non prenderò parte a eventi legati alla Giornata della Memoria per lanciare un allarme” afferma Romano.
“La ricorrenza del 27 gennaio nasce per ricordare l’orrore nazifascista e l’antisemitismo, ma oggi vedo nella società italiana e in alcune istituzioni muoversi un odio antiebraico che arriva a strizzare l’occhio a regimi totalitari come Iran e Hamas pur di criticare gli ebrei e Israele. Se diventa problematico partecipare con le insegne della Brigata ebraica al Giorno della Memoria o al 25 Aprile, è chiaro che anche dalla società italiana sta nascendo qualcosa di inquietante”.
La preoccupazione riguarda tutti gli appuntamenti culturali della Brigata: “Dalla nostra bandiera deriva quella di Israele – afferma Romano -, oggi come oggi non è facile usarla. Per ogni evento che organizziamo dobbiamo avvertire la Digos. Non ci sono più le condizioni per un’attività culturale serena”. Quindi la decisione di fermarsi come “grido di allarme: la società civile dovrebbe avere una maggiore attenzione al tema dell’antisemitismo a 360 gradi. C’è molta sensibilità su quello che proviene dall’estrema destra, ma disattenzione da quello che viene dall’estremismo di sinistra o dal mondo islamico”. La Brigata storicamente ha buoni rapporti con la moschea di via Meda “ma con altre realtà – conclude – ultimamente è impossibile il dialogo, con la guerra Israele-Hamas”.
La Brigata ebraica diserta Giorno della Memoria
"Da oggi non prenderò parte a eventi legati alla Giornata della Memoria per lanciare un allarme" afferma al Corriere della Sera Davide Romano direttore del Museo della Brigata ebraica.