Ha salvato i suoi gemelli la donna travolta e uccisa da un tir

Rocio Espinoza Romero, morta ieri in un incidente in viale Serra, è riuscita a salvare la vita ai suoi gemellini dando una spinta al passeggino e la madre di lei. Lo ha raccontato un testimone. Il camionista, rintracciato dopo parecchie ore, ha detto di non essersi accorto dell'investimento. Per gli inquirenti, però, ci sono più elementi che dimostrano il contrario.

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MILANO - Fiori sul luogo dell' incidente dove a perso la vita una mamma che atraversava la strada in Via Renato Serra angolo De Gasperis

Rocio Espinoza Romero, la 34enne travolta e uccisa da un tir ieri in viale Serra a Milano, alzando le mani e sbracciando avrebbe cercato di fermare l’autista che, poi, l’ha investita e trascinata per 13 metri. Lo ha messo a verbale un testimone oculare, come emerge dagli accertamenti della Polizia locale e della pm Paola Biondolillo che ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia in carcere per omicidio stradale aggravato dalla fuga per il camionista che avrebbe detto: “Non me ne sono accorto”. Per gli inquirenti, però, ci sono più elementi che dimostrano il contrario, tra cui il fatto che poco dopo avrebbe chiamato il suo avvocato. Stando a quanto emerge dagli atti, ci sono almeno “quattro” elementi che fanno ritenere alla Procura che il giovane si fosse accorto, malgrado le sue prime dichiarazioni, di aver investito sulle strisce, subito dopo aver svoltato al semaforo, la donna, che è riuscita a salvare la vita ai suoi gemellini dando una spinta al passeggino e la madre di lei.
Stando agli accertamenti, l’investimento non sarebbe avvenuto nel cosiddetto “angolo cieco” (il camion aveva i dispositivi, ma non erano comunque attivati), ma si sarebbe trattato di un “impatto frontale” che ha riguardato non una ma “quattro persone”. E tra l’altro, la nonna dei piccoli, sbalzata per otto metri (è ancora ricoverata in prognosi riservata), e gli stessi bimbi (prognosi di 5 giorni), dopo l’incidente sarebbero stati ben visibili per l’autista, perché erano dal lato del guidatore. Secondo elemento, per la Procura, sarebbe il fatto che l’autista dopo l’investimento si è fermato, come risulta dalle telecamere di sorveglianza, “per quattro secondi” prima di ripartire e raggiungere una cava ad Arluno, continuando a lavorare come se niente fosse. In più, sempre stando alle indagini, il giovane, prima di essere rintracciato e arrestato, avrebbe provato a chiamare, senza risposta, il suo legale e poi gli avrebbe mandato un messaggio whatsapp. Il suo telefono è stato sequestrato per verificare pure se quando ha travolto la donna fosse al cellulare. Infine, un altro elemento della sua consapevolezza starebbe nel fatto che almeno un’auto, quella del teste oculare, avrebbe iniziato a suonare per tentare di fermare il tir che era ripartito. E così avrebbero fatto altre auto. Lo stesso testimone ha raccontato che la vittima, un attimo prima di essere travolta, aveva alzato le mani, sbracciando per attirare l’attenzione del conducente del camion. L’esigenza cautelare indicata dalla pm è il pericolo di reiterazione del reato. Le analisi su alcol e droghe hanno dato esiti negativi. Il 24enne, che non ha precedenti penali ed è difeso dall’avvocato Roberto Tournier, sarà interrogato domani dal gip Alberto Carboni.

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