“Disarmiamo il patriarcato”, corteo contro la violenza alle donne in centro a Milano

Manifestazione ieri sera, promossa da "Non una di meno", contro i femminicidi e per chiedere "una seria prevenzione alla violenza". Nel corteo, striscioni e slogan anche contro le guerre.

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Corteo organizzato da “Non una di meno” ieri in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne a Milano. La manifestazione a cui hanno partecipato migliaia persone è partita da piazza Oberdan e si è conclusa in piazza Cinque Giornate.  Alla testa del corteo, lo striscione “Disarmiamo il patriarcato”.  Diecimila  persone, secondo le organizzatrici, erano presenti per il flash mob finale, tra cui molti studenti e studentesse.
“I femminicidi dall’inizio dell’anno sono 106, veniamo uccise, picchiate, stuprate e molestate tutti i giorni e a farlo sono i mariti, i compagni, i padri, gli zii, i cugini, i fratelli – spiegano le promotrici del corteo –  Vogliamo educazione sessuale in ogni scuola e una seria prevenzione della violenza. Vogliamo fondi e autonomia per i Centri Antiviolenza, per i consultori, per il reddito di autodeterminazione”.

In manifestazione anche cartelli e slogan contro la guerra. “Fermare il genocidio, fermare le guerre”:  “Dopo 76 anni di colonialismo e apartheid, il genocidio del popolo palestinese prosegue da oltre un anno, con la totale complicità economica, logistica e bellica dello Stato italiano, che dobbiamo fermare. Fermiamo le guerre in Ucraina, Rojava, Libano, Siria, Yemen, Sudan e Congo. Ci uniamo alla resistenza del popolo palestinese, perchè non può esserci libertà per le donne e le persone queer senza una Palestina Libera. Amplifichiamo la voce irriducibile delle donne afghane. Non lasciamo sola Ahoo Daryaei e le sorelle iraniane che non cedono al regime, lottiamo con le YPJ che difendono la Rojava”. “Per noi la sicurezza? Tagliamo le spese militari, finanziamo i centri antiviolenza, i consultori, le case delle donne, l’istruzione, la casa, la salute e i diritti per tutt*, da nord a sud, senza autonomia differenziale o altri privilegi”

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