Il rapporto ECRI, ovvero la guerriglia politica dell’Europa contro il centrodestra italiano

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Di Fabio Massa

Qui c’è un problema. Il Presidente della Repubblica, che non è un pericoloso fascista, ma l’istituzione più alta, e rappresentativa, e amata degli italiani si è dovuto scomodare per commentare un rapporto vergognoso della Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza che ha compilato un documento nel quale le nostre forze dell’ordine – sinteticamente – sono definite razziste. In effetti l’ECRI, così si chiama questa commissione, dice qualcosa di ancor peggio. Dice che “le autorità non raccolgono dati adeguatamente disaggregati sulle attività di fermo e di controllo della polizia, né sembrano essere consapevoli dell’entità del problema, e non considerano la profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale”. Insomma, secondo loro se una persona di etnia Rom viene fermata non bisogna scrivere che è Rom, e soprattutto prima di fermarla bisognerebbe (anche questo è scritto nero su bianco) consultare una associazione indipendente per capire che cosa ne pensa. Ma c’è di più. Copio e incollo, ancora: “L’ECRI si rammarica del fatto che negli ultimi anni poco o niente sia stato fatto per garantire una maggiore responsabilità nei casi di abusi razzisti o LGBTI-fobici commessi da agenti della Polizia di Stato, Carabinieri e altri agenti delle forze dell’ordine”. Quindi, le forze dell’ordine non sono solo razziste, ma anche lgbt fobiche. Tradotto: discriminano tutto ciò che non è eterosessuale. Banalizzato: picchiano e insultano gli omosessuali, i trans, tutti quelli che non sono bianchi e cisgender. Fin qui, vien da pensare che alla commissione non abbiano in simpatia le forze dell’ordine italiane, il che è già grave. Ma poi, poco dopo, si chiarisce tutto. Leggendo il rapporto infatti per ben due volte si cita il libro del generale Vannacci. ECRI scrive: “Esempi recenti di dichiarazioni razziste e fobiche nei confronti delle persone LGBTI nella vita pubblica includono le osservazioni fatte in un libro pubblicato nel 2023 da un generale delle forze armate italiane”. Ovviamente non si dice che nessun giudice ha giudicato razziste e fobiche queste dichiarazioni, malgrado le denunce. Io non le condivido, quelle parole, sia ben chiaro. Ma fino a caso contrario quel generale adesso è un europarlamentare, dunque è una istituzione, e questo rapporto puzza tutto, dall’inizio alla fine, di un atto di guerriglia contro una parte politica. Nel mirino ci sono esponenti di Fratelli d’Italia e ovviamente Salvini. Il che non è un bene per l’Europa, prima di tutto. Perché se deve scendere in campo il Presidente Mattarella, forse davvero questa volta hanno esagerato con la propaganda.

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