La vicenda delle assunzioni di Novari, che adesso scarica sulla politica

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Di Fabio Massa

Cerchiamo di rimettere in ordine le cose, perché qui mi pare proprio che si stia impazzendo. Ieri Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in consiglio regionale, commentando l’interrogatorio dell’ex ad di Fondazione Milano Cortina Vincenzo Novari, intima ad Attilio Fontana di andare a riferire in aula per una vicenda “che sta diventando opaca”. La vicenda alla quale si riferisce è chiaramente l’assunzione di una serie di persone i cui cv – dice Novari, ma è tutto da verificare – gli sarebbero stati dati da persone vicine al presidente. C’è da capire da Novari se quei cv li abbia chiesti lui perché aveva bisogno di profili da valutare, oppure gli siano stati messi davanti. C’è da capire da Novari come abbia assunto la nipote di Mario Draghi, ad esempio. E poi c’è da capire che colpa abbia la nipote di uno zio così illustre e che ha dato lustro all’Italia. Magari è bravissima. Ero rimasto che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, agli zii non ci aveva pensato nessuno. E non c’è da capire, perché lo sappiamo bene, chi fosse lo sponsor politico di Novari, perché era l’ex ministro pentastellato allo Sport Vincenzo Spadafora. O ancora c’è da capire come siano stati selezionati in molti, all’interno del centinaio di assunzioni fatte nella Fondazione Milano Cortina i cui vertici, tuttavia, avevano una chiara marca non politica, ma legata al trascorso professionale di Novari. Ed è proprio questa consuetudine che l’ha poi messo nei guai giudiziari in cui è ora. La vicenda “opaca” come la chiama Majorino, può riguardare tutti. Lui ovviamente non c’entra niente con la scelta di Cosimo Palazzo come dirigente in Fondazione Milano Cortina, perché è bravissimo. Ma Cosimo Palazzo ha fatto la sua carriera insieme a Majorino, al Comune di Milano. Un malpensante potrebbe vederci qualcosa di opaco che invece non c’è: Palazzo è semplicemente bravo. Si potrebbe usare la frase biblica chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ma sarebbe sbagliata. Molto meglio: il peccato è negli occhi di chi guarda. O, ancor di più, di chi usa vicende giudiziarie per fare politica.

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