“Avevo paura, non feci entrare in casa Alessandro”, il racconto dell’altra fidanzata di Impagnatiello

"Lui insisteva perché lo facessi entrare ma io non ho voluto perché avevo paura. Non sapevo che fine aveva fatto Giulia e di che cosa fosse capace". Lo ha detto agli inquirenti la ragazza con cui Alessandro Impagnatiello, ora in carcere, aveva una relazione parallela a quella con Giulia Tramontano.

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“Lui insisteva perché lo facessi entrare ma io non ho voluto perché avevo paura. Non sapevo che fine aveva fatto Giulia e di che cosa fosse capace”. Lo ha detto agli inquirenti la ragazza con cui Alessandro Impagnatiello, ora in carcere, aveva una relazione parallela a quella con Giulia Tramontano. Nelle ore successive all’omicidio di Giulia, uccisa  al settimo mese di gravidanza da Impagnatiello, la ragazza ha messo a verbale che sabato della scorsa settimana, dopo aver accoltellato Giulia, “Alessandro ha iniziato a chiedermi di vederci. (..) Le sue richieste erano talmente pressanti – ha aggiunto – che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati”.
I guanti in lattice che Impagnatiello ha usato per spostare il corpo di Giulia “li ha presi dal lavoro”, ha riferito la ragazza, sua collega al Bamboo Bar dell’Armani Hotel di Milano. La giovane  ha spiegato di aver notato che il 30enne il giorno dopo il delitto è uscito dal bar con i guanti che spuntavano dal suo zaino e che è riuscita a fotografare. “Li ha presi dal lavoro, li ha presi lì””.
Giulia e l’altra fidanzata si erano viste proprio sabato. Con Giulia “abbiamo chiacchierato tranquillamente. Siamo state insieme un’ora circa, dopo di che lei è andata via. Il nostro incontro è stato veramente cordiale, tant’è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile” ha raccontato la giovane che poco prima dell’omicidio, aveva dato appuntamento a Giulia per parlare, “perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo”.
Al termine del loro incontro “le ho anche proposto che se ne avesse avuto bisogno poteva venire da me a casa a dormire. Lei disse di non preoccuparmi, ringraziandomi”. Si sono lasciate così.  Poche ore dopo, Giulia è stata uccisa. L’altra ha chiamato Impagnatiello perchè era preoccupata. E’ durata 9 minuti la videochiamata in cui Alessandro Impagnatiello, che aveva appena ucciso la compagna incinta di sette mesi, ha assicurato che Giulia stava bene alla ragazza con cui aveva una relazione parallela, che chiedeva sue notizie: prima le ha detto che stava dormendo nella loro camera da letto poi che in realtà era andata da un’amica.  Quella sera la giovane, preoccupata in quanto Giulia non rispondeva ai suoi messaggi, aveva “cercato di capire dove fosse” e ha cominciato a cercare Impagnatiello il quale ha risposto solo alla terza videochiamata.

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