A Milano la prima esperienza europea di accoglienza con i “corridoi lavorativi”

Sono arrivati a Milano, provenienti dai campi profughi del Pakistan, 9 rifugiati afgani, protagonisti della prima esperienza europea di “Corridoio lavorativo”. Sotto la regia di Caritas Ambrosiana, hanno seguito corsi di italiano e condotto colloqui di conoscenza da remoto con aziende italiane.

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Autentici apripista, la cui vicenda dimostra che regolare i flussi migratori è possibile. Non solo per affermare i diritti fondamentali di persone costrette ad abbandonare il proprio paese, ma anche con l’obiettivo di offrire un valido contributo allo sviluppo delle comunità che accolgono.
Sono arrivati a Milano, provenienti dai campi profughi del Pakistan e sbarcati a Fiumicino, 9 rifugiati afgani (cui si aggiungono 3 famigliari), protagonisti di quella che è la prima esperienza europea di “Corridoio lavorativo”.
Tra i 9 rifugiati che hanno seguito corsi di italiano e condotto colloqui di conoscenza da remoto con aziende italiane, nelle quali saranno avviati percorsi di tirocinio, 5 (due coppie e una giovane) hanno raggiunto le proprie destinazioni nel territorio della diocesi di Milano. Sotto la regia di Caritas Ambrosiana, sono stati accolti in locali messi a disposizione da parrocchie di Sesto San Giovanni, Milano (zona Affori) e Figino Serenza (Co). I protagonisti del “Corridoio” sono riusciti a laurearsi prima del ritorno al potere dei Talebani in Afganistan, e hanno avuto anche esperienze lavorative prima di dover fuggire dal proprio paese. In Pakistan gli operatori di Caritas Italiana e del Consorzio Communitas hanno potuto appurare il loro livello di formazione e le loro competenze, che li fanno ritenere adatti (una volta affinata la conoscenza dell’italiano) a un inserimento nel nostro mercato del lavoro. Nella diocesi di Milano, cruciale si è rivelato il coinvolgimento dell’agenzia per il lavoro Mestieri Lombardia, che cura i rapporti con le aziende interessate all’attivazione di tirocini per l’inserimento dei rifugiati. Nel caso della giovane afgana, che può vantare competenze informatiche, il percorso è già definito con un’azienda milanese e, dopo la fase dei colloqui a distanza, entrerà nell’operatività in presenza sin dai prossimi giorni. Gli altri rifugiati accolti in diocesi vantano competenze e titoli come dentista, web designer, ingegnere, esperto in materie giuridiche; a partire dai prossimi giorni intensificheranno lo studio della lingua italiana, nel frattempo Mestieri cercherà di concretizzare alcune opportunità di tirocinio che già si intravedono.

Ascolta l’intervista a suor Cristina Ripamonti, responsabile Caritas del progetto accoglienze

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