Di Fabio Massa

La politica non riesce mai ad avere la calma necessaria non solo a riflettere sugli avvenimenti, ma addirittura ad apprendere i fatti relativi agli avvenimenti. E veniamo al punto di oggi: le tre manganellate e spray al peperoncino inflitte a una persona trans accasciata per terra a Milano. Il video diventa virale in un attimo, e i politici si scatenano. Senza contestualizzare niente, ovvero quel che viene prima, quel che viene dopo, i pregressi, subito la politica si è divisa in due parti. La parte a sinistra che denuncia la polizia locale violenta (peraltro cortocircuito: la polizia dipende dall’amministrazione comunale che è di sinistra) che prende a manganellate un “diverso”, ovvero il trans (sto estremizzando, ovviamente). La destra, a rimorchio di un sindacato di polizia, rimarca che invece quel trans che dunque è un uomo (anche qui: ma che c’entra? boh) andava in giro a molestare i bambini e aveva aggredito gli agenti. In mezzo, tutta una serie di sfumature. I volti degli agenti sono stati diffusi in chiaro, così da poterli identificare bene (in molti, lato sinistra, gioiscono di questo). Il problema è che su questa vicenda non sappiamo proprio niente. Non sappiamo che cosa è successo prima. Si dice che questa persona abbia l’hiv e minacciava di infettare i bambini, aggirandosi da tempo accanto a una scuola. E’ vero? E’ falso? Si dice che questa persona abbia aggredito due agenti con calci e pugni. E’ vero? E’ falso? Si dice che sia stata caricata sull’auto di polizia, e poi scaricata e poi non si capisce più niente. E’ vero? E’ falso? Non si sa. Non sapendo tutto questo, come si fa a dare un giudizio sulla vicenda? Pare un po’ come quella vignetta in cui si vede la tv riprendere un dettaglio di un inseguimento, dove la vittima in effetti è l’aggressore e viceversa l’aggressore è la vittima. E’ valido il paragone? Non sapendo niente di niente, non sarebbe meglio tacere, almeno per i pochi giorni necessari a chiarire l’accaduto?

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