Sciopero a oltranza dei facchini alla Coop; la merce inizia a scarseggiare sugli scaffali

La protesta è iniziata il 4 maggio con il blocco del magazzino di Pieve Emanuele, nel silenzio degli organi di informazione e in un clima di intimidazioni. Gli operai chiedono contratti e salari migliori.

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Prosegue la dura protesta dei facchini della logistica della Coop a Pieve Emanuele, in provincia di Milano, che bloccano l’ingresso dei camion con la merce da distribuire nei supermercati. Il blocco è iniziato lo scorso 4 maggio, organizzato dal sindacato di base Si Cobas. Chiedono un contratto con condizioni migliori e aumenti salariali e intendono portare avanti la protesta a oltranza. Le conseguenze iniziano a farsi vedere nei vari punti vendita Coop, dove molti articoli scarseggiano sugli scaffali, come testimoniano le immagini che pubblichiamo.

Nella giornata di lunedì 8 maggio si erano verificati alcuni attimi di tensione con scontri. Il primo è avvenuto tra gli operai rappresentati da Cisl e Si Cobas e altri lavoratori della cooperativa specializzata in servizi di logistica che ha in appalto il facchinaggio della Coop. La Cgil non sembra interessata ai salari dei facchini del gruppo. I dimostranti sono stati caricati dalle forze dell’ordine nel tentativo di allontanarli dall’ingresso dello stabilimento. Sul posto sono intervenuti i soccorritori, che hanno medicato 5 contusi. Lo sciopero intanto prosegue ma, al momento, non ci sono state aperture da parte del colosso della distribuzione che, sugli scaffali non più pieni come negli spot tv, fa affiggere cartelli spiegando che le carenze “non dipendono dalla loro volontà”.

Nei giorni scorsi alcuni manifestanti avevano anche denunciato di aver sentito esplodere tre colpi di pistola. In effetti, sul posto erano stati trovati tre bossoli a salve ma ad alcune centinaia di metri dai cancelli del deposito. Non è ancora del tutto chiaro se sia stato un gesto intimidatorio o se l’episodio non sia collegato alla protesta. Uno sciopero che non trova spazio sui mezzi di informazione. Forse perché temono di perdere introiti pubblicitari?
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