Di Fabio Massa

Sono uno di quelli che afferma il primato della politica per la corretta convivenza civile. Solo una buona politica può assicurare un Paese nel quale vivere è possibile in pace e prosperità. Questo, almeno, nelle premesse di quel che dovrebbe essere la politica. Ma il problema è che spesso la politica semplicemente “non è”. Non affronta i problemi, anche se invoca la propria superiorità. Sono altresì uno di quelli che non vorrebbe alcuna invasione di campo da parte della giustizia. I giudici dovrebbero fare i giudici. Quando un Procuratore Capo come quello di Bergamo che ha indagato praticamente mezzo mondo per le morti di Covid dice di voler trovare una “Verità storica”, invece che fare quel che deve, ovvero perseguire ed accertare eventuali reati, fa un abuso non tanto di potere quanto di intelligenza.
Detto questo, la politica si deve anche dare una svegliata. E bella forte. Perché la ricreazione è finita, ammesso che fosse mai cominciata. E ogni cosa ha una conseguenza, e gli errori non vengono perdonati. Ad esempio, ieri, un tribunale ha messo in amministrazione giudiziaria il colosso Bartolini. Sì, proprio quello delle consegne. Sono anni e anni che il sistema delle consegne è marcio dalle fondamenta. Un collega, Francesco Floris, ha scritto un libro di prossima uscita (iniziate a segnervelo). Si chiama “La Muraglia umana, lavoro e repressione nella post democrazia”. Parla di qualcosa che io e lui abbiamo discusso centinaia di volte. Ovvero la necessità di mettere ordine ma soprattutto qualche diritto in un mondo nel quale regna la schiavitù. E perché regna la schiavitù? Perché le città, a partire da Milano, con i politici che le abitano, a partire dai parlamentari e dai membri dei governi di ogni colore per andar giù giù fino alle Regioni e ai Comuni con relativi sindaci, preferiscono occuparsi di “diritti teorici” ma poi non denunciano, non alzano il velo dell’ipocrisia su i tanti schiavi che ci portano merci, siano essi cibi, in bicicletta, oppure scatole e scatolette di amazon, nei camioncini. E allora, ogni tanto, è la giustizia a dover supplire, a dover battere un colpo. L’ha fatto con i rider, con una sentenza storica. Lo fa adesso con i corrieri. L’ha fatto con il fine vita, e con altri mille diritti violati. Solo che quelli non vanno in piazza, per loro non si fanno marce di solidarietà, fiaccolate e buffonate varie. Per loro la politica non fa niente. Ed è una vera vergogna.

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