La sconfitta bruciante e quattro forme di rosicamento. Commento

E via di rosicamento. Ma come è possibile rivotare Attilio Fontana dopo tutti i milioni di articoli, miliardi di disastri, mille milioni di libri, servizi televisivi, inchieste eccetera? Risposta semplice: evidentemente perché ormai la gente a tutta quella roba là, che sia carta stampata, tv, online o dirette da Marte, crede il giusto. E se neppure una pandemia, che ha portato decine di migliaia di morti, ha invertito il giudizio della gente, che questa volta – come si era premurato di farci sapere il Pd a inizio campagna elettorale – è uscita per votare solo per la Regione. Senza condizionamenti del livello nazionale.

Elettori cretini, non lamentatevi la prossima volta che la lista d’attesa è troppo lunga

Ora, se neppure una pandemia ha girato quel giudizio, forse uno vagamente intelligente dovrebbe chiedersi se le parole d’ordine della campagna sono state quelle giuste, se tutto è stato fatto a puntino. Rosicamento parte due. Attilio Fontana è stato votato solo dal 40 per cento degli elettori. Anzi, dal 50 per cento del 40 per cento, quindi diciamo che vagamente è stato votato da un quinto della popolazione, malcontato. Come può fare a governare così? Interrogativo che però non ci si è posti quando, alla caduta del governo gialloverde, il Pd ha governato con il 18 per cento dei voti sul 73 per cento degli aventi diritto. Insomma, con il 13 per cento dei voti guidava il Paese. Certo, c’erano i 5 stelle con pure la loro percentuale. Ma a nessuno è venuto in mente di dire alcunché. Rosicamento parte terza (la peggiore). Elettori cretini, non lamentatevi la prossima volta che la lista d’attesa è troppo lunga.

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