Comunità di Sant’Egidio, basta morti in strada

"Sono troppi i morti di queste settimane tra le persone che vivono in strada a Milano. Siamo convinti che la solitudine e l’isolamento sociale siano il vero nemico da combattere" sottolinea Sant'Egidio.

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“Basta morti in strada”. La Comunità di Sant’Egidio interviene dopo i casi di senzatetto trovati morti a Milano.  “Sono troppi i morti di queste settimane tra le persone che vivono in strada a Milano” sottolinea Sant’Egidio in un comunicato.  “Nella convinzione che il freddo nasconda cause ben più gravi e difficili da affrontare, siamo convinti che la solitudine e l’isolamento sociale siano il vero nemico da combattere”. “A fronte di tanti servizi che sono attivi in città, si rende necessario un cambio di passo nelle relazioni e negli interventi. La casa, le cure, i servizi per essere veramente efficaci devono diventare amici”.
La comunità di Sant’Egidio avanza una serie di proposte.
Una rete capillare di luoghi di appoggio diurni, in cui le relazioni personali e amichevoli siano al primo posto.  La Caffetteria dell’Amicizia, in una sede di Sant’Egidio nel centro di Milano, apre lunedì, mercoledì e sabato mattina a quanti hanno bisogno di trovare uno spazio di riposo e amicizia. La colazione, una doccia calda, la residenza anagrafica, i consigli legali e sanitari, ma soprattutto amici con cui parlare e tornare a immaginare un futuro possibile e insieme.
“Housing first”. Aumentare le esperienze di convivenza in casa per chi vive in strada. Casa e amicizia, relazioni e quella stabilità da subito che solo la dimensione della casa può dare. Gli inserimenti abitativi di persone senza dimora direttamente dalla strada si dimostrano ormai le esperienze più efficaci, ma necessitano di due elementi: evitare inserimenti di persone singole, accompagnare gli inserimenti con presenze quotidiane e relazioni forti.    Casa Walter – dal nome di un uomo anziano aiutato da Sant’Egidio a Garibaldi – compie un anno in questi giorni. Un’esperienza di housing first, in un appartamento elegante messo a disposizione da Sant’Egidio per tre persone anziane e malate che vivevano alla Stazione Garibaldi. Un gruppo di giovani volontari che si alternano molto frequentemente per le necessità quotidiane e soprattutto per accompagnare umanamente i tre abitanti nella loro nuova vita e nella loro convivenza. È un’esperienza che occorre replicare nella città con convinzione.

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