Cgil, tre over 90 bergamasche senza esenzione del tiket sanitario per un errore burocratico

"Si tratta di 3 dei molti casi a cui l'Ats di Bergamo non riesce a trovare una soluzione, lasciando nel limbo i più fragili in difficoltà" denuncia il sindacato Spi Cgil Lombardia.

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Tre donne bergamasche con più di 90 anni non hanno ottenuto l’esenzione del ticket sanitario per un “errore burocratico”. Lo segnala il sindacato Spi Cgil Lombardia. “Si tratta di 3 dei molti casi a cui l’Ats di Bergamo non riesce a trovare una soluzione, lasciando nel limbo i più fragili in difficoltà”afferma la Cgil in una nota.
“Ciò che si sta verificando con Ats Bergamo sulle contestazioni per esenzioni ticket è una situazione inaccettabile” afferma Federica Trapletti, della Segreteria Regionale dello SPI CGIL Lombardia. “Il 18 gennaio – e nuovamente il 30 – abbiamo segnalato formalmente a Regione Lombardia che tre signore, rispettivamente di 99, 92 e 93 anni, hanno erroneamente utilizzato il codice di esenzione E04 (pensione minima età superiore a 60 anni, reddito non superiore a €8.263,31), mentre loro rientrerebbero nell’esenzione di tipo E01, in quanto non sono titolari di una pensione minima ma di pensioni basse e bassissime. A loro, l’ATS richiede di produrre la documentazione comprovante la condizione reddituale, che purtroppo non è possibile reperire in quanto, essendo queste contestazioni risalenti all’anno 2012, nel cassetto fiscale delle tre donne si può risalire alla dichiarazione dei redditi di quegli anni solo se è stato fatto il modello 730: percependo le tre pensionate redditi così bassi, non hanno motivo per fare il 730. Una burocrazia che rallenta i processi soprattutto ai danni dei più fragili. Ad oggi risulta che solo ATS Bergamo sta assumendo questo comportamento vessatorio. Così come si sono incrociati i dati per verificare l’utilizzo improprio del codice E04, si potrebbero incrociare anche per verificare il diritto al codice E01. Questi sono solo tre dei numeri casi che lo SPI di Bergamo sta affrontando con l’ATS di Bergamo, senza che quest’ultimo trovi una soluzione. Non è giunta né dalla Regione né dall’ATS Bergamo alcuna risposta: il loro silenzio su tale vicenda è assordante”

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