Benzina e gasolio, i prezzi continuano a salire

Da martedì sera lo sciopero di 48 ore dei distributori contro il Governo che, dopo aver tolto lo sconto sulle accise, ha accusato i benzinai di "speculazioni". Intanto la verde sale 1,82 euro e il diesel a 1,87 nella media settimanale dei prezzi.

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La provocazione dello street artist Ozmo

Costo della verde e del gasolio in aumento dal 16 al 22 gennaio, stando alla media settimanale dei prezzi nazionali pubblicati dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. La verde in modalità self è risultata a 1,82 euro al litro (+15,8 centesimi con una variazione del +0,88%) mentre il gasolio è aumentato a 1,87 euro (+11,4 cent e una variazione dello 0, 61%). In aumento anche il prezzo del gasolio per riscaldamento a 1,67 euro (+23,13 centesimi pari a +1,40% sulla settimana precedente).

“Correggere il decreto Trasparenza abrogando il cosiddetto cartellone sostituendolo, se del caso, con un QR-Code o un App o con dispositivi luminosi a distanza in modo da sgravare i benzinai già oggi oberati da obblighi di comunicazioni e di conseguenza depennare le ulteriori sanzioni che non avrebbero senso in mancanza di adempimenti”. Sono le richieste ribadite dal presidente della Faib Confesercenti Giuseppe Sperduto alla commissione Attività produttive alla Camera che ha avviato le audizioni sul decreto Trasparenza dei prezzi dei carburanti nel giorno in cui parte lo sciopero di 48 ore dei benzinai, con inizio questa sera. “La vera speculazione – ha spiegato Sperduto – si annida nella grande evasione Iva che ancora impatta sulla rete e nell’inaccettabile illegalità contrattuale che genera quel fenomeno di caporalato petrolifero che sottrae oltre una decina di miliardi di euro all’anno alle casse dello Stato, secondo le fonti ufficiali”. “Se di un decreto si sente il bisogno per la trasparenza e la legalità – ha proseguito – è di un decreto contro l’illegalità contrattuale: solo così si può assestare un colpo a chi realmente specula truffando lo Stato”.

“L’imbarazzo del governo anche espresso ieri è evidente in questa materia, c’è stato tanto fumo ma non c’era un pezzettino di arrosto, vediamo come uscirne, noi siamo pronti”. Lo ha detto il presidente della Fegica, Roberto Di Vincenzo, in audizione in commissione Attività produttive alla Camera sul decreto Trasparenza dei prezzi dei carburanti. Nel ribadire la contrarietà all’esposizione del nuovo cartello con il prezzo medio regionale di benzina e gasolio e alle sanzioni legate alla mancata pubblicazione dei prezzi perché “ci sono già e sono già inique”, Di Vicenzo auspica il “ripristino della situazione quo ante” perchè “se non si fosse soffiato sul fuoco tutto era già in linea con quanto già stabilito”.

Il decreto Trasparenza sui prezzi dei carburanti comporta “oneri gestionale e tecnico amministrativo, per inserire il prezzo medio che richiede di seguire una fase di permessi per l’adeguamento, e oneri economici che non sono giustificati e potrebbero avere un effetto che nessuno auspica di un impatto sul prezzo finale del carburante”. Lo ha detto il direttore di Federchimica Assogasliquidi, Silvia Migliorini, in audizione in commissione Attività della Camera aggiungendo che “l’indicazione del prezzo medio e l’obbligo della cartellonistica darà maggiore confusione e potrebbe, c’è il rischio, avere un effetto di adeguamento del prezzo rispetto al medio e riduzione della concorrenza che è l’opposto che il governo e il parlamento hanno cercato di garantire”.

La Confcommercio non condivide i nuovi adempimenti, gli oneri e le sanzioni a carico dei rivenditori di carburanti e in particolare “le nuove disposizioni sull’adeguamento della cartellonistica di pubblicizzazione dei prezzi presso i punti vendita” perché “non risultano utili e proporzionate rispetto all’obiettivo della diffusione di un consumo consapevole e informato” e perché “i costi di adeguamento sono stimati nell’ordine dei 300-400 milioni di euro”. Così il segretario generale di Confcommercio Luigi Taranto in audizione in commissione Attività produttive della Camera

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