No alla sorveglianza speciale per l’attivista di Ulima Generazione che imbrattò la Scala

"Azioni compiute senza alcun tipo di violenza". Il Tribunale di Milano respinge la misura chiesta dalla Questura di Pavia per Simone Ficicchia.

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Il Tribunale di Milano ha respinto la richiesta della Questura di Pavia di assegnare a Simone Ficicchia, attivista ambientalista di Ultima Generazione, misure preventive di sorveglianza speciale. In seguito all’udienza, tenutasi lo scorso 10 gennaio a Milano, la sezione misure di prevenzione ha così rigettato l’attuazione delle limitazioni di libertà personali richieste dalla questura, accogliendo invece l’istanza dell’avvocato Gilberto Pagani, in difesa di Simone. “Già la mattina dell’udienza, il 10 gennaio, avevo la sensazione che si trattasse di un momento storico e questa decisione del Tribunale lo conferma: chi si attiva per fare valere i propri diritti, e quelli di tutti e di tutte, non è una persona pericolosa. Non è una persona da confinare nel suo Comune, non è una persona da tenere sotto controllo. Sarò felice di andare incontro ai vari processi che Ultima Generazione affronterà nei prossimi anni con questa vittoria alle spalle, segno che le ragioni dei cittadini, almeno di fronte alla Giustizia, non rimangono sempre inascoltate”, ha dichiarato Simone Ficicchia. “Il Tribunale ha rilevato che tutte le azioni compiute da Simone sono state compiute senza alcun tipo di violenza e che non vi sono procedimenti penali aperti nei suoi confronti, né tanto meno condanne a suo carico. Il provvedimento richiesto dalla Questura di Pavia non è ammissibile, in quanto l’ordinamento dispone già di strumenti atti a fornire una risposta istituzionale ad eventuali illeciti commessi da Simone, che in effetti sono già stati messi in atto (fogli di via e avvisi orali). Tuttavia la valutazione effettuata dagli organi amministrativi e di polizia è appunto amministrativa, deve eventualmente essere sottoposta al vaglio dei Giudici e non può costituire la base per un provvedimento come quello richiesto. Le azioni messe in atto da Simone, per la modalità con cui sono state effettuate e per le motivazioni che ne sono alla base non costituiscono indizio di pericolosità sociale; di qui il rigetto della misura di prevenzione richiesta, che, se accolta, avrebbe costituito un precedente molto grave, oltre ad essere di per sé stessa dotata di grande afflittività”, ha commentato l’avvocato Gilberto Pagani in seguito della sentenza del Tribunale di Milano. (ITALPRESS).

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