Il barone rampante, al Piccolo Teatro di Milano nel centenario di Italo Calvino

Lo spettacolo, dal 20 gennaio al 5 febbraio, è una nuova produzione diretta da Riccardo Frati, che ha curato anche l’adattamento del romanzo.

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Il Piccolo Teatro di Milano inaugura l’anno del centenario di Italo Calvino mettendo in scena, al Teatro Grassi dal 20 gennaio al 5 febbraio, in prima assoluta, Il barone rampante. Lo spettacolo è una nuova produzione diretta da Riccardo Frati, che ha curato anche l’adattamento del romanzo. Le scene sono firmate da Guia Buzzi, i costumi da Gianluca Sbicca, le luci da Luigi Biondi, la composizione musicale e il sound design è curato da Davide Fasulo. In scena (in ordine alfabetico) Mauro Avogadro, Giovanni Battaglia, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Diana Manea, Marina Occhionero, Francesco Santagada.

«Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi». Inizia così, con le parole di Biagio, fratello minore del protagonista e narratore di tutta la vicenda, Il barone rampante, capolavoro di Italo Calvino (di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita, 1923-2023). Secondo atto della Trilogia dei nostri antenati (gli altri due titoli sono Il visconte dimezzato e Il cavaliere inesistente), è la storia di un dodicenne e della sua ribellione contro la famiglia: il baroncino Cosimo si rifiuta di mangiare un piatto di lumache e, di fronte alle reprimende del padre, sale su un albero del parco di casa per non scenderne mai più. Riccardo Frati ripercorre il romanzo di Calvino per approfondire il tema delle relazioni e dei rapporti interpersonali, in un momento storico come quello presente, per molti versi antitetico: un personaggio che si muove in alto, leggero sulle nostre teste, ci costringe a sollevare gli occhi dai dispositivi in cui siamo isolati, a uscire dalla gabbia della nostra individualità. Nel processo di adattamento, il regista ha scelto di rimanere il più fedele possibile alle parole, allo sviluppo e ai personaggi del romanzo per restituire con precisione il linguaggio e il mondo di Calvino. La sfida di portare il romanzo in teatro è quella di rintracciare linguaggi e poetiche per comunicare al pubblico la leggerezza – e l’acume – della fantasia di Calvino. Nella concezione dello spettacolo la dialettica verticale, sociale e politica, del ragazzo che sale su di un albero è centrale; per questa ragione il disegno registico è strettamente legato e ricamato su uno spazio scenico che si sviluppa in altezza, al punto tale che la prossemica tra i personaggi e con la platea assume più che mai un profondo valore simbolico. Inoltre, nel lavoro di trasposizione teatrale si sono rivelate dei punti di riferimento cardine le prime tre conferenze delle Lezioni americane sulla Leggerezza, la Rapidità e l’Esattezza.

«Queste tre qualità calviniane – dichiara Frati – sono state un orientamento costante per l’architettura dello spettacolo e nel percorso fatto con la compagnia di costruzione e messa a fuoco dei personaggi e delle immagini icastiche di Calvino, sempre con l’obiettivo di riportare la complessità, la ricchezza e la fluidità della sua scrittura. A torto confinato nel perimetro della “letteratura per ragazzi”, Il barone rampante è un libro per tutti: ricco di spunti – dalla relazione con l’autorità, complessa a qualunque età, al rapporto dell’uomo con l’ambiente – è un testo “politico”, nel senso ecumenico del termine, un racconto nel quale ciascuno di noi può ritrovare sé stesso. Attraverso la figura di Biagio, fratello minore del protagonista e narratore di tutta la vicenda, Calvino ci invita inoltre a riflettere sul rapporto fra infanzia e memoria, sulla necessità di tornare, attraverso il filtro del ricordo e del racconto, all’età in cui abbiamo scritto i primi capitoli della storia delle nostre vite».

Intervista a Riccardo Frati di Clizia Gurrado.

Piccolo Teatro Grassi (Via Rovello, 2 – M1 Cordusio), dal 20 gennaio al 5 febbraio 2022

Il barone rampante di Italo Calvino, adattamento e regia Riccardo Frati

scene Guia Buzzi, costumi Gianluca Sbicca

disegno luci Luigi Biondi, composizione musicale e sound design Davide Fasulo, animazioni Davide Abbate

con (in ordine alfabetico) Mauro Avogadro, Giovanni Battaglia, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Diana Manea, Marina Occhionero, Francesco Santagada.

produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

foto di scena Masiar Pasquali

Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30;

mercoledì e venerdì, ore 20.30 (salvo mercoledì 1 e venerdì 3 febbraio, ore 15 e 20.30);

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati