È stata presentata stamane la stagione 2022-2023 del Piccolo Teatro di Milano che prova a ridisegnare il tradizionale orizzonte temporale delle programmazioni teatrali da settembre a luglio. Filo conduttore è il nodo che lega teatro e realtà, la capacità della scena di farsi “misura” per le cose del mondo, segnando uno spazio, rispetto ad esse, di distanza o di prossimità. Come consuetudine, le produzioni del Piccolo si intrecceranno con un fitto calendario di ospitalità e collaborazioni, vecchie e nuove, che completano la variopinta tavolozza della Stagione. “Torniamo al Teatro Piccolo di Milano con gioia, perché presentiamo la nuova stagione insieme al direttore, al presidente e all’ordine di consiglio che sta affrontando questo mandato di ripresa delle attività di un teatro che ha un protagonismo europeo – ha detto l’assessore alla cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi presente alla presentazione della stagione teatrale – Io sono soddisfatto e felice del lavoro della fondazione e della stagione che stiamo presentando in termini culturali nel coinvolgimento delle reti nella voglia di lavorare con altri teatri e con altri nuovi produttori”, ha aggiunto Sacchi sottolineando come il Piccolo Teatro abbia accettato “la sfida di ‘Milano è viva’ inserendo dei blocchi della programmazione proprio all’interno del palinsesto per raccontare una città fatta anche di periferie e non solo di centro”. Iniziative per cui, ha sottolineato. “Sono di grande importanza anche gli sponsor; il mondo dei privati sta guardando il Piccolo Teatro come una realtà solida dove c’è il pensiero culturale di riportare il pubblico nelle sale”. E parlando delle iniziative per le periferie Sacchi ha ricordato: “Il ministro Franceschini e il ministero della Cultura hanno messo a disposizione 2 milioni e mezzo sulla nostra città per far vivere e per incentivare una produzione nelle reti non centrali di Milano”. “Ogni tanto mi viene detto che il tema della periferie è un mantra, un qualcosa che viene ripetuto molto, ma io credo sia un bene. È giusto ripeterlo e metterlo in pratica”. “Io ogni volta che un’istituzione si accosta al tema coinvolgimento periferie in maniera seria lo sottolineo. Noi stiamo facendo la nostra parte, abbiamo lavorato moltissimo, ringrazio anche i miei uffici per il lavoro straordinario. Io sulle periferie insisterò ancora”.

 

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati