Chiuso definitivamente il campo rom abusivo di via Vaiano Valle

"C’è chi urla, si fa vistosi selfie ma lascia i cittadini nel degrado e c’è chi lavora e chiude i campi rom, cerca la vera integrazione."

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“Le giunte di destra lo hanno tollerato per ben 14 anni, le giunte di sinistra lo hanno chiuso creando alternative con regole, sicurezza e solidarietà. Questa la differenza: c’è chi urla, si fa vistosi selfie ma lascia i cittadini nel degrado e c’è chi lavora e chiude i campi rom, cerca la vera integrazione.” Lo scrive sulla sua pagina Facebook l’assessore alla sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli  a proposito dello sgombero del Campo Rom abusivo di Via Vaiano Valle che oggi ha visto l’intervento definitivo di chiusura con il sequestro dell’area. “Un’attività che è iniziata da settimane per allontanare le 33 famiglie, 140 persone, di cui 65 minori, ora in accoglienze abitative temporanee.- spiega Ganelli- Così si interrompe una storia lunga 25 anni di insicurezza, rifiuti, degrado. Si riqualifica un’area, si dà la possibilità, a chi vuole, di integrarsi, nella legalità. C’è chi urla alla sicurezza e chi compie i fatti.” Granelli conclude spiegando che “l’area è riconsegnata alla proprietà che la vigilerà, con l’aiuto delle Forze dell’Ordine e della Polizia Locale, e inizierà a demolire i manufatti abusivi e a pulire, per restituire a Milano un luogo che sta nel cuore del Parco Sud. Questa è la Milano dei fatti. Poi ci sono quelli dei selfie nel giorno dello sgombero, adesso in via Vaiano Valle come 6 anni fa in via Idro: non perdono mai il vizio.”
“Oggi abbiamo raggiunto un risultato importante per la città e atteso da ben 14 anni: il superamento del campo rom abusivo di Vaiano Valle”. Lo scrive in un post l’assessore al Welfare del Comune, Lamberto Bertolè. “Un obiettivo raggiunto questa mattina con un’operazione importante della Polizia Locale – prosegue – guidata dal collega Marco Granelli e delle Forze dell’ordine coordinate dalla Prefettura, che è stata preceduta e resa possibile da un lungo lavoro preparatorio che ha visto i servizi sociali e gli uffici della Direzione Casa (grazie Pierfrancesco Maran) lavorare insieme per avviare un percorso con le 33 famiglie residenti nel campo (140 persone, di cui 65 minori) per la fuoriuscita da una situazione di illegalità e la prevenzione dell’occupazione di altri luoghi.
Una collaborazione, quella che ha visto l’impegno anche di Procura della Repubblica, Prefettura, Questura, le Forze dell’Ordine, MM e ALER, che da oggi i suoi frutti: l’area è stata riconsegnata alla proprietà e potrà essere riqualificata.
Fatti incontrovertibili che superano le parole e gli strepiti di chi, come il centrodestra, ha permesso che, nel 1997, l’insediamento abusivo si formasse, salvo poi protestare con presidi, manifestazioni e selfie”.
Sull’iniziativa odierna interviene anche il Prefetto Renato Saccone: “Situazioni complesse richiedono una strategia condivisa, così si è proceduto in questi mesi per ottemperare al provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, contemperando il diritto di proprietà con i diritti delle persone. Sono grato al procuratore aggiunto Alberto Nobili per aver seguito e orientato, passo dopo passo, il laborioso percorso, unendo rigore e sensibilità e individuando un lasso temporale di esecuzione particolarmente attento a garantire senza interruzioni la frequenza scolastica dei tanti minori presenti nel campo”.
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