L’assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale, Riccardo De Corato, ha incontrato oggi il presidente della Regione Lombardia formalizzando le sue dimissioni dall’incarico “a seguito – ha spiegato – della candidatura alle elezioni politiche del 25 settembre”.  L’assessore ha ringraziato il governatore e l’intera Giunta “per l’importante azione di governo svolta in questi difficili anni”. Contestualmente il presidente della Regione ha rivolto un cordiale ringraziamento all’assessore uscente “per il proficuo impegno dimostrato e per gli importanti risultati ottenuti” e

Sulla nomina di La Russa non sono tardate le reazioni della minoramza. “Il centrodestra lombardo ha finito le idee ed evidentemente anche gli uomini. È possibile che Fratelli d’Italia, con tutto il consenso che sembrerebbe avere, non abbia nessun altro per fare l’assessore rispetto a una vecchia conoscenza come Romano La Russa, uno che faceva l’assessore in Lombardia con Formigoni quando si telefonava ancora con i gettoni? Il volto della Meloni è relativamente nuovo, ma alle sue spalle tiene banco la vecchia guardia missina. Buon lavoro comunque al neoassessore che non avrà difficoltà a fare meglio del suo predecessore.” Così il capogruppo del Pd in Regione Lombardia Fabio Pizzul.
“Tra tanti assessori regionali pronti a lasciare il proprio ruolo per andare a Roma non c’è Letizia Moratti, autocandidata a succedere a Fontana per il centrodestra. A proposito di gettoni, mi chiedo come si sentano i sostenitori di Italia Viva all’idea di fare campagna per Moratti come lascerebbe intendere Renzi con le dichiarazioni di oggi, semmai riusciranno a convincerla a correre per loro e non per Meloni, Salvini e Berlusconi” conclude Pizzul.

“L’ingresso in Giunta di Romano La Russa è il primo assaggio della restaurazione che il centrodestra vorrebbe applicare prima a tutto il Paese e poi alla Lombardia. Tentano di presentarsi come il nuovo, poi riesumano i vari Tremonti, Schifani e ora La Russa, il cui curriculum vanta dichiarazioni contro gli omosessuali, considerati malati, e dichiarate simpatie verso il regime fascista. In pratica vogliono somministrare al Paese la stessa ricetta che, proprio durante l’ultimo governo di centrodestra, lo aveva portato sull’orlo del baratro. I volti e i programmi del centrodestra sono la stantia risposta a domande che avremmo preferito non doverci porre più». Così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia, Nicola Di Marco.

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