Bisogna levarsi un bel po’ di puzza di ipocrisia: stiamo facendo carte false con i peggiori regimi dittatoriali e tagliagole. In queste ore, con firme sui contratti. Perché il gas naturale non olet (anche in senso tecnico oltre che figurato: l’odore che si sente ce lo aggiungiamo noi, chimicamente), esattamente come la pecunia. Io vorrei che sui giornali uscisse, giorno dopo giorno, una grande verità.

Il gas lo importeremo da paesi dove i diritti umani sono sconosciuti

Una verità che non è eludibile, e di cui dobbiamo renderci conto per non vivere in quella idiotissima puntata di Black Mirror nella quale tutti pensano di vivere sulla realtà di Instagram, tra caffè e biscottini e tazzine e sorrisini anni ’50. Il gas lo importeremo da regimi dove è normale stuprare le donne, dove è normale incarcerare la gente ingiustamente, dove c’è ancora la guerra civile, dove i diritti umani sono conosciuti solo come parole usate da Emergency e altri sui rapporti internazionali per dire che non ci sono.

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Compriamo il gas dai dittatori. Ma con vergogna

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