Gergiev e il sindaco di Milano: una questione filosofica aperta. Il commento

Il caso Gergiev e il dilemma: è meglio chiedere all'arte di schierarsi con la politica oppure di non essere parte delle contese politiche? // di Fabio Massa

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Il sindaco Beppe Sala ha spiegato che se il direttore d’orchestra Valery Gergiev non pronuncerà parole chiare contro Putin e contro l’invasione russa il Teatro alla Scala interromperà immediatamente la collaborazione con lui. La questione è interessante. Da una parte c’è la richiesta da parte di un committente – perché questo Beppe Sala è, da un punto di vista anche formale, essendo il presidente della Fondazione del Teatro – di esprimere un atto di condanna rispetto all’invasione ingiustificata dell’Ucraina. Pare una cosa assolutamente giusta: in troppi, per tornare indietro al nazismo, si schierarono con il regime senza dotarsi di pensiero critico. Dunque, essendo quella di Putin una azione criminale, chi non la condanna è passibile di biasimo, e con chi non condanna i criminali non si lavora. Il pensiero ha una sua logica.

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