di Clizia Gurrado

“Non ho mai visto la Dama di picche, sono molto curiosa”,

“Allora è fortunata – mi risponde il sovrintendente del Teatro alla Scala, Dominique Meyer. Il regista Matthias Hartmann racconta benissimo la vicenda”.

“Allora sarà contento Puskin” rispondo io.

“Ha ragione, dovrò chiamarlo perché non l’ho ancora sentito, forse è positivo!”.

Dominique Meyer scherza e sorride, sembra davvero molto contento di questa nuova produzione del capolavoro di Pëtr Il’ič Čajkovskij Пиковая дама (La dama di picche) su libretto del fratello del compositore, Modest Čajkovskij, e tratto dal racconto di Puskin, Pikovaya dama, in scena da mercoledì 23 febbraio, fino al 15 marzo, per cinque rappresentazioni.

Lo spettacolo vede il ritorno sul podio di Valery Gergiev, tra i principali protagonisti del panorama musicale del nostro tempo, dal 1988 direttore artistico e, dal 1996, direttore generale, del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo.

La pandemia ha impedito al maestro di dirigere buona parte delle prove ma – niente paura – è stato sostituito da Timur Zanguev, 27 anni, che ha mostrato qualità tecniche e profonda conoscenza della partitura.

“Segnatevi questo nome! – dice in conferenza stampa Meyer.

Nel cast troviamo Asmik Grigorian e Elena Guseva che si alterneranno nel ruolo di Lisa e Najmiddin Mavlyanov nei panni di Hermann. La Contessa è affidata a Julia Gertseva.

Lo spettacolo di Matthias Hartmann è giocato sui toni del bianco e del nero e si muove in spazi astratti dominati da giganteschi lampadari. Il regista ha portato in palcoscenico anche un personaggio di sfondo che però gioca un ruolo fondamentale nella vicenda. È il Conte di Saint-Germain, un personaggio storico di cui non si conoscono né le origini né il vero nome. Intimo di Luigi XV e della Pompadour, nel 1762 è a San Pietroburgo nel circolo degli Orlovskij e forse partecipa alla congiura che porta al trono Caterina II; è poi segnalato alla corte di Carlo d’Assia. Cagliostro si professava suo discepolo. E’ lui che rivela alla Contessa il segreto delle tre carte, il segreto per vincere al gioco di cui Hermann vuole impossessarsi.

Genesi dell’opera

Nel 1887 Čajkovskij riceve da Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij, direttore dei Teatri imperiali di San Pietroburgo, la proposta di mettere in musica il racconto La dama di picche (1834) di Puškin, di cui aveva già portato alle scene Evgenij Onegin dieci anni prima. Dapprima il progetto appassiona soprattutto il fratello Modest, che si dedica alla stesura del libretto apportando almeno due modifiche fondamentali alla versione di Puškin. Solo all’inizio del 1889 il compositore, affaticato dalla stesura del balletto La bella addormentata, decide di partire per l’Italia e di dedicarsi alla partitura. Il soggiorno più lungo è a Firenze, dove Čajkovskij scende in un hotel sul Lungarno e non si lascia impressionare dalla ricchezza artistica della città: “Il luogo è molto noioso, molto monotono, ma non si possono immaginare condizioni migliori per il lavoro”. In effetti la composizione procede speditamente anche nella successiva tappa romana e si conclude a Prolovskoe alla fine di giugno. La prima ha luogo il 19 dicembre 1890 al Teatro Mariinskij.

La Dama di picche

Nuova produzione Teatro alla Scala

dal 23 febbraio al 15 marzo 2022

Valery Gergiev, direttore

Matthias Hartmann, regia

Asmik Grigorian / Elena Guseva (8, 15 mar.), Liza

Najmiddin Mavlyanov, Hermann

Elena Maximova, Polina

Julia Gertseva, La Contessa

Roman Burdenko, Il conte Tomskij

Alexey Markov, Il principe Eleckij

Evgeny Akimov, Čekalinskij

Alexei Botnarciuc, Surin

Sergey Radchenko, Čaplickij

Matías Moncada, Narumov

Brayan Ávila Martínez, Il maestro di cerimonie

Olga Savova, La governante

Maria Nazarova, Maša/Prilepa

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Maestro del Coro Alberto Malazzi

Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala

Maestro del Coro di Voci Bianche Marco De Gaspari

 

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