Referendum su San Siro, parte la raccolta di firme

Uno dei comitati che si oppone al progetto del nuovo stadio e all'abbattimento del Meazza avvia le sottoscrizioni per la consultazione cittadina.

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Al via da domani 11 febbraio la raccolta firme per il referendum su San Siro. Il primo passo sarà la raccolta di mille firme entro il 5 marzo. Lo fa sapere il Comitato Referendum X San Siro che domani, alle ore 11, presenterà la campagna referendaria con una conferenza stampa in piazza Scala. “Si tratta dell’avvio dell’iter che permetterà alla cittadinanza di esprimersi sul futuro dello stadio Meazza, un bene comune della città, un simbolo di Milano riconosciuto in tutto il mondo come la “Scala del calcio”, un impianto ai vertici delle classifiche internazionali che potrebbe benissimo essere riqualificato”, spiega il comitato che, nato nel novembre 2021, ha elaborato “due proposte di quesito, uno abrogativo e uno propositivo. Nel primo caso semplicemente si chiede di abrogare la delibera della Giunta del 5/11/2021 che in sostanza dà l’assenso all’abbattimento dello stadio attuale; nel secondo l’obiettivo è consentire alla cittadinanza di chiedere all’amministrazione comunale di prendere le decisioni tenendo conto davvero dell’interesse pubblico: riqualificazione, concorso internazionale, salvaguardia delle aree di verde profondo, elaborazione di un piano per tutta l’area San Siro”. Per arrivare al referendum, spiegano i promotori, “servono mille firme preliminari entro il 5 marzo, che consentiranno di presentare ai garanti i quesiti da sottoporre poi al voto. Per raccoglierle sarà attivata la piattaforma telematica messa a disposizione dal Comune, come previsto dal regolamento sulla partecipazione, con lo stesso meccanismo che ha consentito la raccolta delle firme digitali per i referendum sulla legalizzazione della cannabis e per l’eutanasia legale, ma ci saranno anche i classici banchetti in giro per tutta la città. Il passo successivo sarà la vera e propria campagna referendaria con la raccolta delle altre 14 mila firme necessarie ad arrivare poi alle urne, attraverso la vera campagna referendaria”.

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