Non vi fate distrarre, è cambiato poco o nulla. Tutti a dire che  il Colle è stato un incredibile momento di disrupting, di svolta, un turning point. Insomma, detto come si mangia: da questo week end, politicamente, niente è più come prima. Ed è proprio quando iniziano questi discorsi che io mi pongo qualche domanda. Sono due le cose che mi fanno sempre dubitare, scettico come sono di natura. La prima riguarda i grandi cambiamenti annunciati, come in questo caso. La seconda riguarda gli uomini che vengono dipinti come Cristo che cammina sulle acque: è il caso di Draghi oggi, di Conte ieri (ma ve li ricordate tutti i peana sui giornali), di Monti l’altro ieri. In mezzo tutti gli altri. La realtà è sempre un po’ più complessa e parecchio più deludente.
Dopo il Colle, la realtà è che non è cambiato nulla, almeno a livello parlamentare. I parlamentari hanno ottenuto l’unico loro obiettivo, che era evitare le urne. Tutto il resto sono giustificazioni addotte dai soliti colti per motivare una scelta fatta da politici per difendere la loro poltrona. Mai come su questo obiettivo il Parlamento è stato unito, unitissimo. Certo, oggi il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico litigano. Ma per che cosa? E’ davvero un cambiamento il Colle? Oppure semplicemente stanno discutendo della cosa più ovvia del mondo: ovvero che il Partito Democratico ha un’ottima dotazione di voti, controlla le maggiori città, ed è di fatto la più grande forza politica del Paese, mentre i pentastellati non hanno più mezzo voto al Nord e pure al Sud ci sono Conte e Di Maio che si mettono le dita negli occhi. Pensate davvero che sia una conseguenza del Colle? No. Sarebbe successo comunque.
Centrodestra. Davvero pensavate che Forza Italia, partito centrista, liberale, che con la svolta di Berlusconi è anche abbastanza radicale sui diritti, indubbiamente garantista, potrebbe mai condividere la linea di Salvini e Meloni? Che cosa è cambiato col Colle? Niente. Gli azzurri sono sempre là impantanati, e sanno che se non svoltano alle prossime elezioni sono finiti. Renzi e Calenda sanno che dovranno andare insieme, come è successo a Milano, altrimenti rimarranno fuori. Salvini e Meloni pestano la stessa piastrella, parlano agli stessi elettori. Come potrebbe essere che riescano a coesistere su basi ideologiche così simili? Si mangiano a vicenda. Il Colle in tutto questo non c’entra nulla.
No, non è cambiato nulla. Il vero cambiamento lo potrebbe produrre solo una legge elettorale nuova. Ma sono pronto a scommettere che non ci sarà nessun cambiamento radicale, nessuna svolta. Non conviene cambiare lo status quo. Conviene invece molto dire, ossessivamente, che la partita per il Quirinale abbia cambiato tutto. L’ennesima follia del nostro sistema partitico e parlamentare ormai impazzito.
Fabio Massa
Print Friendly, PDF & Email