Di Fabio Massa

Le cose non quadrano, sul fattaccio del vigile disarmato. L’abbiamo detto e scritto, e pian piano iniziano ad insinuarsi dubbi nella ricostruzione – sicuramente frettolosa e assolutoria nei confronti dell’agente e viceversa assai severa nei confronti dei ragazzi che, in origine, erano stati dipinti come una pericolosa baby gang. Forse c’è qualcosa di più complicato, come abbiamo detto. Forse l’agente non si è dichiarato, e forse i ragazzi pensavano di disarmare qualcuno che li minacciava con una scacciacani. Questo lo dirà la procura.

Ecco, a proposito della segnalazione in procura qualche dubbio, leggendo le cronache di oggi, mi viene. Come al solito, prima i fatti. La polizia locale non ha mai chiesto aiuto alla Questura, dunque non sono state attivate altre forze di polizia. I rilievi sono stati eseguiti da altri vigili che poi sono arrivati con due pattuglie. Dunque, niente poliziotti o carabinieri. Di più: il pm che sabato notte era di turno per le emergenze non è stato attivato. Stranezza: un vigile viene aggredito (secondo quanto riferisce il comando in una nota), viene mandato in ospedale a medicarsi, vengono esplosi due colpi di pistola e la stessa pistola gli viene sottratta, e non viene avvertito il pm di turno? Eppure qualcuno sarebbe potuto rimanere ucciso o ferito gravemente. Di più: la mattina successiva viene fatta semplicemente una comunicazione “orale”. Lunedì mattina finalmente qualcuno inizia a mettere nero su bianco e vengono sequestrati un po’ di bottiglie e bicchieri e finalmente il caso viene assegnato a un pm. Quindi: per due giorni di fatto nessuna indagine su nulla, solo qualche rilievo. Perché? Tante le cose da capire. Il ruolo della collega, come abbiamo sottolineato fin dall’inizio. Secondo il comando stava chiedendo aiuto ed era in auto. Secondo altri invece non era nell’auto, e non appare mai nel video. In questa storia ci sono un po’ troppi punti oscuri.

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