Di Fabio Massa

Quattro stranezze nel caso del vigile. E se i ragazzi non fossero colpevoli?

Ancora violenze a Milano. Questo, almeno, è stato il titolo diffuso su tutte le testate, sia cartacee che online, e anche dei servizi televisivi sul capoluogo milanese. I fatti: dei ragazzi disarmano un agente di polizia locale che impugna una pistola carica. Il quale, sentendosi strappare un berretto di lana, prima spara in aria e poi – in seguito a una colluttazione, spara per terra, rischiando di ammazzare qualcuno. Il gruppo di ragazzi poi subito dopo butta l’arma sotto un’automobile, mentre la polizia manda un’altra pattuglia e il gruppo scappa.

Prima stranezza. Sappiamo tutti perfettamente che i poliziotti vanno sempre in coppia. Dove è rimasto il collega (anzi, in questo caso, la collega?). Secondo la nota ufficiale di Palazzo Marino è in auto, che chiede aiuto. La collega non interviene mai, nel video che è disponibile, né si palesa. Anche dopo che parte il primo colpo di pistola.

Seconda stranezza. L’agente è in borghese. Non ha nessun segno distintivo. Alcune voci di ragazzi, nel video, dicono: chiamate la polizia. E’ molto probabile che non si siano neppure resi conto che quella era la polizia.

Terza stranezza. I cittadini della zona hanno segnalato, secondo il comunicato del Comune, “nei giorni precedenti” degli atti di vandalismo alle auto parcheggiate. Per indagare l’agente arriva – all’una e mezza circa di notte – con una pistola carica. Inoltre, secondo il regolamento della Polizia Locale l’agente deve sentirsi aggredito o vedere messa in pericolo la propria incolumità prima di mettere mano all’arma. Dal video si vede solo che uno dei ragazzi gli sfila il berretto di lana, e immediatamente l’agente spara in aria.

Quarta stranezza. I ragazzi dopo aver preso la pistola all’uomo non la portano via, magari per usarla per altre violenze, come farebbe una babygang, ma la buttano immediatamente sotto una automobile. Sulle violenze subite dall’uomo non si può dire, ma di certo quello che si vede nel video non giustifica un intervento in ospedale, se non da un punto di vista burocratico. Sarebbe interessante vedere il referto.

Conclusione. E se invece di una babygang fosse un gruppo di ragazzi che pensava di aver a che fare con un pazzo (mica potevano sapere che era un agente, o non l’hanno capito) e ha quindi provato – eroicamente dal loro punto di vista – a disarmarlo? Questo non toglie che a Milano la situazione stia degenerando, e che è indegno di una città vedere ragazze violentate in piazza Duomo e movida incontrollata ovunque. Ma forse, per questa volta, prima di condannare dei ragazzi dovremmo andarci con i piedi di piombo e vedere tutti i fatti.

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