Non ho particolare antipatia o simpatia verso gli altri popoli. Siamo tutti esseri umani, e in fondo sono proprio un liberale meneghino: fai quello che ti pare nella misura in cui non vieni a rompere le palle a me. Suona brutale, ma è anche tanto confortante perché non è ipocrita ed è molto inclusivo. Tutti vanno bene, purché facciano la loro parte per mandare avanti questo nostro disgraziato pianeta.

Premesso questo, per curiosità sono andato a leggermi un po’ di dati sui contagi della Cina. L’altro giorno, sull’ANSA, leggevo che la Commissione sanitaria nazionale, ovvero l’organismo che in Cina si occupa della questione coronavirus, ha dichiarato di aver rilevato una sessantina di nuovi casi. Sessanta. Ho pensato fossero 60mila, nel senso che il numero andava moltiplicato per mille, come il contagiri dell’automobile. Così sono andato a vedere. E invece no. Sessanta vuol dire sessanta, ovvero poco più della metà di 100. In Italia, intanto, ne abbiamo registrati circa 15mila. Tutti i Paesi che sono andato a guardarmi hanno almeno tre zeri: migliaia di casi, non decine. E il paese più popoloso di tutti no, 60. E’ chiaro che il dato è falso come una banconota da tre euro.

La Cina, da dove tutto arriva, continua a non condividere i numeri. E non condivide neppure la tecnologia dei suoi vaccini, che nel frattempo sta vendendo a milioni (e a milioni sta regalando in cambio di potere politico), soprattutto in quei luoghi ricchi di materie prime ma molto poveri. Il vaccino come gioco di potere. Intanto non ci sono più materie prime nel mondo occidentale. Intanto la Cina ipotizza il delisting, dunque l’addio alle Borse, dei suoi titoli tipo Alibaba e pochi altri. Intanto l’Europa e gli Usa parlano di sostenibilità e di milioni di milioni di auto elettriche e i cinesi si comprano i giacimenti delle terre rare che servono per produrle. Intanto non ci sono più chip perché loro li producono, e loro se li tengono.

Intanto noi perdiamo tempo a chiederci se i no vax sono di destra o di sinistra, se i Jalisse vanno a Sanremo oppure no, se è violenza oppure no una pacca sul culo (sì, è violenza), se Berlusconi andrà al Colle oppure no mentre il nemico – perché sì, sono il prossimo nemico – se la ride e ci leva la terra da sotto i piedi, gli abbracci dei nostri cari, la sicurezza delle nostre vite e delle nostre economie.

Print Friendly, PDF & Email