Eitan, mandato di arresto per il nonno ma Israele non estrada i propri cittadini

L'Italia però può chiedere alla giustizia israeliana di perseguirlo penalmente nel suo terriorio per i reati contestati dalla Prcura di Pavia.

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Molto difficilmente il mandato di cattura internazionale per il nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg, porterà alla sua estradizione in Italia. Con Israele infatti si applica la Convenzione europea di estradizione del 1957 di Parigi. Israele, però, ha apposto una riserva alla Convenzione, in base alla quale non estrada i propri cittadini. E’ quanto si apprende da fonti del Ministero della Giustizia, in relazione al caso del bimbo, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, sequestrato dal nonno a Pavia, dove era in affidamento alla zia paterna. Nel caso più che probabile che venisse negata l’estradizione del nonno di Eitan, l’Italia, attraverso il ministero della Giustizia, potrebbe chiedere a Israele di perseguirlo penalmente sul suo territorio per i reati contestati dai magistrati di Pavia. Ma anche questa strada potrebbe non essere priva di ostacoli, visto che in Israele è già stato aperto un procedimento analogo a carico di Shmuel Peleg. Il mandato di arresto è stato emesso per il nonno di Eitan e per un complice, anch’egli cittadino israeliano. Il Tribunale della Famiglia di Tel Aviv ha deciso che Eitan deve tornare in Italia dalla zia che lo aveva in affido ma i nonni materni si sono opposti con un ricorso che sarà esaminato domani. La notizia dei mandati di arresto è stata ripresa con grande evidenza da tutti i media israeliani.

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