Sanità Regione, in aula la riforma: dalle opposizioni 6.500 emendamenti e odg

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Sarà una maratona di tre settimane quella che inizierà domani, mercoledì 10 novembre, in Consiglio regionale della Lombardia sulla legge di revisione del sistema sanitario lombardo. Le opposizioni si apprestano a tenere l’Aula per diversi giorni illustrando le loro proposte che complessivamente consistono in 4.600 ordini del giorno e 1.900 emendamenti. Lo hanno anticipato i capigruppo Fabio Pizzul (PD), Massimo De Rosa (M5S), Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti), Michele Usuelli (+Europa/Radicali) e Niccolò Carretta (Azione) nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina al Pirellone. Il Pd, come ha riferito Pizzul ha previsto 80 ore di intervento distribuite tra i suoi quattordici consiglieri, per spiegare la propria visione alternativa della sanità lombarda con 310 emendamenti, perlopiù sostitutivi degli articoli del progetto di legge di Moratti e Fontana, e 960 ordini del giorno di merito. “Il sistema sanitario lombardo non ha retto la prova del Covid, nonostante l’abnegazione la grande professionalità di medici e infermieri – ha dichiara il capogruppo -. Una modifica era necessaria ed è stata richiesta dal Governo con prescrizioni precise che la giunta regionale ha accolto solo in parte. Noi chiediamo un deciso rafforzamento della sanità territoriale, ma temiamo che la giunta regionale voglia fare ritocchi di facciata, pur di prendere i soldi del PNRR, senza però aumentare davvero, riorganizzandoli, i servizi in favore dei cittadini.” “In Aula – ha continua Pizzul – tenteremo di togliere il velo su dettagli problematici della riforma di Moratti e Fontana, che è una legge calata dall’alto, su cui il presidente si è giocato la fiducia, togliendo ai consiglieri la possibilità di votare a voto segreto”.

I consiglieri regionali Elisabetta Strada, Michele Usuelli, Massimo De Rosa e Fabio Pizzul.

Massimo De Rosa, capogruppo M5S ha annunciato: “Presenteremo cinquemila atti e parleremo per duecentocinquanta ore, sfruttando ogni minuto che ci sarà concesso, per chiedere al centrodestra di ascoltarci e non ripetere ancora una volta gli stessi errori. La Moratti-Fontana è una ‘non riforma’ di facciata scritta dalla Giunta regionale al solo fine di accaparrarsi le risorse ottenute da Giuseppe Conte per il Paese, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e rivenderle come proprie in Lombardia”. “In Aula – ha proseguito ancora il capogruppo M5S – verranno affrontati dei passaggi determinanti, non solo per il futuro della sanità regionale, ma per l’intero Sistema Sanitario Nazionale. La criticità più grossa della ‘non riforma’ Moratti-Fontana è infatti la presenza di alcuni articoli in contrasto con la normativa nazionale. Motivo per cui il Movimento Cinque Stelle presenterà diverse pregiudiziali di costituzionalità”.
Niccolò Carretta (Azione) ha parlato di “una riforma lontana dalle esigenze reali dei cittadini, che non modifica le storture del sistema e che, di fatto, recepisce le linee guida dell’Europa e del Governo”. “Si vede chiaramente, tra le righe della riforma – ha affermato – la volontà della maggioranza di continuare a perpetrare un modello iper-ospedalizzato a discapito della medicina di territorio e della prevenzione, la volontà di non modificare il rapporto tra pubblico e privato accreditato e l’ostinazione di non voler mettere mano al sistema delle Ats. Un’occasione persa, l’ennesima per Regione Lombardia, che sancisce una volta per tutte il fatto che per cambiare davvero bisognerà attendere le elezioni nel 2023”. Anche per Elisabetta Strada (Lce) il testo della maggioranza “fa acqua” su questioni come la territorialità e il coinvolgimento dei Comuni. “Rimediare a queste mancanze – ha affermato – è indispensabile per fornire cure gratuite, rapide e vicine a casa per tutti, altrimenti si tratta di semplici chiacchiere al vento”.
Michele Usuelli (+Europa) ha infine sostenuto che “questa riforma non migliora nessuno dei tanti aspetti critici delle riforme precedenti volute da Formigoni e Maroni e non va a risolvere i problemi principali emersi in quasi 30 anni di malgoverno sanitario di destra in Regione Lombardia. (MiaNews)

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