Movida, sit in in via Lecco: “Ordinanza di Sala colpisce comunità Lgbtq+”

I principali locali serali dell'area a ridosso di Porta Venezia hanno indetto per questa sera, a partire dalle dieci, un sit in "per riprenderci il nostro luogo sacrosanto" e invitando i partecipanti a portarsi da casa sgabelli e sedie pieghevoli per sedersi lungo via Lecco.

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“La nuova ordinanza antimovida firmata dal sindaco Sala che vieta l’asporto dalle 22 nel quartiere di Porta Venezia è draconiana e colpisce in particolare il luogo di aggregazione principale della comunità LGBTQ+ milanese”. Con questa motivazione i principali locali serali dell’area a ridosso di Porta Venezia hanno indetto per questa sera, a partire dalle dieci, un sit in “per riprenderci il nostro luogo sacrosanto” e invitando i partecipanti a portarsi da casa sgabelli e sedie pieghevoli per sedersi lungo via Lecco. “Non scenderemo in piazza con odio, ma per dimostrare che esistiamo, ancora una volta, e per chiedere un passo indietro rispetto all’ordinanza sull’asporto, che non porta alcuna sicurezza, nè per noi, nè per i commercianti, nè per chi vive nel quartiere. Dopo mesi di richieste di aiuto, questa è l’ennesima risposta mancata. Ci sono delle alternative, chiediamo solo un reale momento di ascolto”, spiegano gli esercenti che invitano i manifestanti “a non portare alcun genere di bevanda alcolica o meno in bottiglia di vetro o lattina. E niente insulti, siamo delle ragazze di classe”. “Nonostante un’ampia delegazione dei principali esercizi commerciali del Lazzaretto avessero appuntamento ieri mattina con la vicesindaca e assessora alla sicurezza Anna Scavuzzo, per portare delle proposte alternative al protocollo siglato ad inizio agosto dal sindaco Sala e il Prefetto, questi ultimi hanno deciso di sottoscrivere nella giornata di ieri, a nostra insaputa, un’ordinanza con restrizioni ancora più pesanti rispetto al documento precedente”. – proseguono i gestori dei locali, spiegando le ragioni della protesta – “Sono mesi che chiediamo aiuto al Comune per noi commercianti, avventori e residenti, vista la situazione di disagio e pericolo che stiamo vivendo. Siamo arrivati dalla vicesindaca, in rappresentanza di più di 20 locali, con delle proposte di regole che tutte le attività commerciali dovevano rispettare. Ci siamo sentiti presi in giro e traditi. Abbiamo più di 200 dipendenti e con questa ordinanza rischiamo di lasciarne a casa i due terzi. E allo stesso tempo non ci salva da chi arriva nel quartiere con bottiglie di vetro prese ai minimarket e altrove. Ci siamo anche sentiti dare del “Èlite”. Siamo rimasti chiusi per mesi e questo è il trattamento? La sensazione è che siano sconnessi dalla realtà. Siamo l’unico quartiere colpito in questo modo. La vicesindaca ci ha definiti come ‘esperimento’. Ma perché scegliere il quartiere con un’identità e un valore sociale così potente come il nostro? Alla riunione ci siamo chiesti ad alta voce se non stessero dando per scontato il sostegno della comunità, in vista delle elezioni. Scavuzzo ci ha schernito dicendo ‘Vabeh, tenetevi Bernardo se volete’, anche gridandoci contro. Siamo rimasti scioccati, a parte per il riferimento ad uno schieramento politico a noi pesantemente avverso, ma soprattuto perché avevamo fatto presente più volte il nostro ruolo fondamentale nella riqualificazione del quartiere e come luogo di aggregazione per le persone LGBTQ+ dove si possano esprimere liberamente, molte di noi comprese”.

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