ADDIO a JEFF LaBAR dei CINDERELLA

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‘Sometimes it cuts like a knife…’, recitava uno dei loro più grandi successi, “Coming Home”… ‘it’s the road I was meant to stay…’.

Nella notte è arrivata la triste notizia che JEFF LaBAR, chitarrista dei CINDERELLAci ha lasciati per sempre a soli 58 anni. Non sono ancora state rese note le cause della morte: la moglie Debinique lo ha ritrovato morto in casa sua a Nashville, mercoledì 14 Luglio 2021, dopo che da più di 24 ore ormai non rispondeva più alle chiamate di parenti ed amici.

Il successo aveva dato tanto a Jeff ma aveva pagato a caro prezzo la sua fragilità, cadendo nel tunnel di alcol e droghe diverse volte durante la sua carriera. Ebbe anche il coraggio di addossarsi la responsabilità dello scioglimento dei Cinderella, proprio per via della sua dipendenza ingestibile, specialmente on the road. Ammise in un’intervista del 2016: Credo sia tutta colpa mia. Non sono un segreto i miei grossi problemi con l’alcol. Mi divertivo come un matto ma la dissolutezza tirava fuori anche il peggio di me. E non riesco a smettere… Non ci parliamo più molto con gli altri della band. Eric abita a 20 minuti da casa mia eppure non ci vediamo mai, io e lui siamo amici di quelli veri da 32 anni. Con Fred ci sentiamo qualche volta, Tom invece non risponde alle mie telefonate da anni. È profondamente deluso, credo non voglia vedermi morire giorno per giorno…”.

Era davvero divertente intrattenersi con Jeff, ti facevi un sacco di risate… Una delle sue storie preferite era raccontare sorridendo di quella volta che, alla prima data, sfondò il tour bus dei Cinderella in un parcheggio durante il tour americano con i Poison di metà anni 2000: “Volevo solo andare a rifornirmi di altre bottiglie per animare la festa, ma la mia stanza era troppo distante, specialmente se non riesci a camminare dritto, e così – visto che l’autista aveva lasciato le chiavi inserite nel quadro altrimenti si sarebbe spenta l’aria condizionata – decisi di mettermi alla guida e spostai l’intero bus per fare prima! Mi resi conto soltanto la mattina dopo di aver travolto un cazzo di pick up! Mi decurtarono la paga per un mese e mezzo per risarcire i danni”. Questo genere di cose mandavano in bestia Tom Keifer, il frontman nonchè il creativo per eccellenza della combriccola. Per lui la musica restava la prima vocazione, veniva innazitutto, e in tutta onestà non dev’essere stato facile alla lunga gestire quella situazione, soprattutto per lui. Come biasimarlo per la sua decisione di optare per la carriera solista, anche se quella magia dei Cinderella si era spenta per sempre“Abbiamo preso misure piuttosto rigide per raddrizzare la rotta e sistemare le cose, insomma per non far affondare la nave. Il nostro patto chiaro dal 2012 è che non avremmo fatto più nulla come band fino a quando i problemi non fossero stati risolti in maniera definitiva. I problemi restano ad oggi irrisolti,e io non ho altro da aggiungere a questa faccenda”,spiegò Tom.

Era recidivo, sì, ma Jeff in fondo era un buono, che aveva “solo” il vizio di non saper resistere all’impulso dello sballo. L’hair metal dopo tutto era la musica da party selvaggio per antonomasia, eccessiva per vocazione! Un’attitudine che era però croce e delizia per Jeff, che non riusciva ad uscire dal personaggio neanche fuori dalle scene, e questo si trasformò in una patologia vera e propria, per sua stessa ammissione: “Ho alle spalle un lungo calvario tra alcol e cocaina…. Negli anni ‘80 il mio nemico numero uno era l’abuso di cocaina. Negli anni ’90, l’eroina. Ho attraversato ogni fase-cliché dello stereotipo della rockstar. Non ne ho mai fatto sfoggio, forse in cuor mio me ne vergognavo. Sono stato arrestato, ho affrontato il rehab più volte… ho fatto tutto quello che hanno fatto i Mötley Crüe e i Guns N’Roses messi insieme, e anche di più! Me lo tenevo per me però. Nella band, come si suol dire, cilavavamo i panni sporchi in casa, e i panni più sporchi erano sempre i miei. L’ho sempre ammesso apertamente ma non ho mai voluto pubblicizzarlo come fosse un trofeo: Jeff è in riabilitazione, Jeff è in prigione, Jeff è di qua Jeff è di là. Non era nel mio, nel nostro stile. Era la nostra famiglia, l’abbiamo gestita nella privacy. Non biasimo Tom però per essersi voluto liberare del peso morto… è nella sua natura scrivere musica e si merita una carriera solista”.

Quando lo incontrai in America negli anni 2000, dissi a Jeff che secondo me dovevano assolutamente venire a suonare in Europa con i Cinderella e che sarebbe stato un successo: Pensi davvero che si ricordino di noi laggiù?”, rispose. Di un’umiltà disarmante, che lascia trasparire anche quella sua insicurezza (talvolta sfociata nella depressione) che probabilmente nella vita lo ha spinto a fare scelte sbagliate. Sul palco era al completo servizio della band, ad esempio non aveva problemi a condividere gli assoli con Tom, anche se poi ,giù dal palco, sembrava fare di tutto per affondare la barca, inconsciamente forse, ma ripetutamente, tanto che “Somebody Save Me” era diventata per ironia della sorte il suo mantra…

I Cinderella (scoperti niente meno che da Jon Bon Jovi in un piccolo locale di Philadelphia) restano una delle band più colorite dell’hard rock americano targato anni ’80: hanno inciso 4 album da studio e venduto 15 milioni di dischi nel mondo. Tra le loro hit di maggior successo “Shake Me”, “Gypsy Road”e la magnifica power ballad Don’t Know What You Got (‘til it’s gone)”, con quell’indimenticabile video girato al tramonto, tra i più suggestivi di fine anni ’80…

Dopo il 1994 i Cinderella hanno pubblicato solo album live, in occasione degli sporadici reunion tour che li hanno visti protagonisti, sempre con grande successo di pubblico. Erano venuti in Italiaper l’unica e ultima volta a Bologna il 13 Giugno 2011, e in quell’occasione per Linea Rock realizzai nel backstage un’intervista col batterista Fred Coury. Sempre per Linea Rock intervistati anche Tom Keifer il 17 Ottobre 2015, sempre a Bologna, in occasione del suo tour da solista. E mancai di chiedergli del futuro del gruppo ma…

Jeff aveva anche una grande passione innata per la cucina e da anni ormai, in veste di “Chef LaBar”, tra una schitarrata e l’altra, si divertiva a condividere video-ricette attraverso le sue pagine social ufficiali. Aveva addirittura aperto un ristorante pizzeria per un periodo della sua vita. E naturalmente si divertiva a cucinare per familiari e amici… e non solo! Amava molto i gatti e un piatto di pesce non lo negava mai, neanche ai randagini che passavano volentieri dal giardino della sua casa di Nashville

Il figlio Sebastian – anche lui chitarrista, peraltro identico al padre anche nella mano e nella folta chioma, perché, si sa la mela non cade mai troppo distante dall’albero! – lo saluta così: “Mio padre, il mio eroe, il mio idolo, non c’è più. Sono senza parole. Ti amo pop!”.

Jeff aveva collaborato artisticamente col figlio nell’unico disco solista della sua carriera, “One For The Road” del 2014.

 La band ha rilasciato il seguente comunicato ufficiale:

“Il chitarrista dei Cinderella, Jeff LaBar, è morto all’età di 58 anni. I membri della band, le loro famiglie e il management chiedono di rispettare la loro privacy in questo momento.

Rende il cuore pesante perdere un fratello, il dolore è tale che non si trovano neanche le parole giuste per descrivere come ci sentiamo. Il forte legame che si è creato scrivendo musica e girando il mondo in tour per decenni, resterà per sempre un qualcosa di unico tra di noi. Porteremo vivi nel nostro cuore tutti i nostri ricordi con Jeff. Non possiamo credere che uno dei nostri fratelli della band non ci sia più. Le nostre più sentite condoglianze vanno alla moglie Debinique, al figlio Sebastian, a tutta la famiglia e agli amici più cari. La musica e la memoria di Jeff ci accompagnerà per sempre.

Noi tutti – band, famiglia e management – apprezziamo tanto il vostro travolgente e affettuoso cordoglio.

Riposa in pace Jeff

Tom, Eric & Fred”.

Ciao Jeff, ora sì che la scarpetta si è davvero persa, la carrozza si trasformata in zucca, per sempre… il treno si è definitivamente fermato nella “Heartbreak Station”… ma di sicuro lassù oggi il volume è un po’ più alto e si sta facendo festa come non ci fosse un domani…

 

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