Regione Lombardia prevede che le novità introdotte dalla nuova legge sanitaria regionale siano effettive a partire da Gennaio 2022. Così si legge in un documento di lavoro riservato di cui la redazione di Radio Lombardia è entrata in possesso.
La nuova medicina di territorio, tra Distretti, Case della Comunità. Il ruolo dei Sindaci.
Un Distretto “ogni 100.000 abitanti, nell’ambito del quale troveranno collocazione le strutture territoriali (poliambulatori, COT, Ospedali di Comunità) con flessibilità in coerenza con la densità demografica”, si legge nel documento. Con quali funzioni? Valutare il bisogno locale, programmare la medicina di territorio e integrare i servizi dei Medici di Medicina Generale, degli infermieri e degli assistenti sociali. Saranno ubicati in una “sede fisica facilmente riconoscibile e accessibile dai cittadini” e “rappresenteranno la sede in cui far emergere la centralità del cittadino/paziente attraverso l’uso della medicina digitale (telemedicina, televisita, teleconsulto, telemonitoraggio)”.
Non solo, saranno considerati l’anello di congiunzione con i Sindaci del territorio, “la sede
privilegiata” di questo rapporto.
Dai Distretti, concepiti come articolazioni delle ASST, passeranno anche i servizi di tipo
amministrativo come la scelta e revoca del medico, le visite presso le Commissioni patenti, le prestazioni di medicina legale.
Ogni Distretto prevede una COT, Centrale Operativa Territoriale, “punto di accesso fisico e digitale al Distretto”: ha lo scopo di orientare il cittadino nel percorso assistenziale per evitare ‘vuoti’. A loro è anche affidata la presa in carico dei fragili.
Le Case della Comunità, in linea con quanto previsto dal PNRR, saranno una ogni 50.000 abitanti circa. La Casa della Comunità è la “struttura fisica nell’ambito della quale operano team multidisciplinari (MMG, specialisti, infermieri di comunità, assistenti sociali). Dovrà garantire la presa in carico delle comunità di riferimento anche grazie al Punto Unico di Accesso (PUA) per la valutazione multidimensionale. All’interno dovrà realizzarsi l’integrazione tra i servizi sanitari sociosanitari con i servizi sociali territoriali, potendo contare sulla presenza degli assistenti sociali”, è scritto nel documento.
Sono previste inoltre la creazione di nuove figure manageriali, come il Direttore di Distretto, e la realizzazione di Dipartimenti di Prevenzione e dei Dipartimenti di Salute Mentale.

Le differenze rispetto alle indicazioni di Agenas. Nel documento è descritto come la Regione Lombardia intenda “migliorare” le indicazioni suggerite da Agenas:
– Assegnare alla Regione, oppure all’ATS unica, l’incarico di stipula degli Accordi Contrattuali con gli erogatori privati accreditati per attività di ambito regionale o extraregionale, ed assegnare alle ASST, previa valutazione del fabbisogno locale, l’incarico di stipula degli Accordi Contrattuali con gli erogatori privati accreditati di prestazioni ospedaliere, ambulatoriali e sociosanitarie per attività in ambito locale

– Attribuire all’Agenzia di controllo (quale organismo regionale terzo tecnico scientifico) compiti di programmazione, analisi, vigilanza e supervisione dell’attività di controllo svolta sul sistema di erogazione delle prestazioni da parte di aziende pubbliche ed erogatori privati accreditati – Attribuire alla Agenzia di Controllo la competenza all'emanazione di direttive, di analisi sui risultati dell’attività di controllo, di risoluzione delle contestazioni sorte a seguito dei controlli svolti

– Valutare la possibilità di ridefinire le dimensioni delle ASST al fine di renderle maggiormente funzionali all’organizzazione dei servizi sanitari della popolazione di riferimento ed efficienti nell’erogazione delle prestazioni ai cittadini.

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