Traffico di rifiuti, due arresti e una cava sequestrata [VIDEO]

Indagine dei carabinieri forestali e della Dda di Milano.

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I carabinieri forestali di Milano e Lodi, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di arresti domiciliari emessa dal Gip nei confronti di 2 italiani residenti in provincia di Milano. E’ stato disposto il sequestro del 100% delle quote di due società riconducibili ai due  arrestati. In particolare, per una delle società è stato disposto il sequestro dell’intero compendio aziendale costituito da una cava e da un impianto di trattamento di rifiuti nella zona sud-ovest di Milano. Sono state sequestrate somme per complessivi euro 354.772. Altri tre  italiani sono indagati a piede libero. Sono in corso perquisizioni nelle abitazioni degli indagati e negli uffici delle società.

L’indagine, riferita principalmente al settore dei rifiuti derivanti da demolizioni e scavi, scaturisce da approfondimenti eseguiti sull’operato della società EcolService Srl già coinvolta nella precedente indagine “Mensa dei Poveri”.Il lavoro degli investigatori, che si è avvalso anche di intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese, ha fatto emergere come le società coinvolte, per abbattere i costi di smaltimento, utilizzassero  un consolidato metodo illecito di gestione delle macerie derivanti da demolizione, rifiuti potenzialmente pericolosi (in virtù della eterogeneità del contenuto) che richiedono, prima di essere trattati, l’effettuazione di analisi che ne escludano appunto la “pericolosità” . Tale obbligo veniva invece costantemente “bypassato” tramite una falsa classificazione dei rifiuti con codici riferiti a materiali inerti non pericolosi, con notevoli risparmi in termini economici e di smaltimento. Ulteriori artifici documentali erano poi utilizzati per “mascherare” l’illecita gestione e “far quadrare i conti” nei vari adempimenti documentali imposti dalla normativi sui rifiuti. Il traffico illecito individuato era reso possibile unicamente grazie alla connivenza di  un sito di cava con annesso impianto di trattamento rifiuti, il quale riceveva tali rifiuti consapevole della loro falsa classificazione facendosi pagare di volta in volta un sovrapprezzo riferito al maggiore o minore grado di “eterogeineità” del contenuto dei carichi in ingresso, provenienti  soprattutto da cantieri di Milano.

 

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