Elezioni a Milano, Albertini, non mi candido

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Gabriele Albertini non si candiderà sindaco con il centrodestra. L’ex primo cittadino di Milano lo scrive in una lettera al quotidiano Libero, pubblicata nell’edizione di oggi, in cui motiva la scelta con ragioni familiari: “A vent’anni la felicità più intensa si prova nella passione dell’amore corrisposto, a 70 nell’essere rimpianto. Ho scoperto la perfetta gioia di quel ‘grazie per quel che hai fatto’, ecco che allora stavo cedendo”. E aggiunge: “Come posso ignorare tutto questo? Come faccio a guardare altrove? Stavo per cedere, per dire sì. Mi aspetta una vita da sequestrato ma lo sopporterò, perdo dei soldi ma posso farne a meno, ma – afferma Albertini – mi sono fermato davanti alla mia famiglia…’bicellulare’ (siamo solo in due a vivere insieme) e a mia moglie non potevo infliggere un disagio per Lei insopportabile per un terzo quinquennio”. “Alcuni sondaggi – scrive nella lettera – mi avevano inaspettatamente indicato come valido antagonista del sindaco uscente” e “Matteo Salvini aveva presentato in pubblico e da solo la mia candidatura. Lo ringrazio! Nel propormi, ha superato le tante divergenze politiche, da che ci conosciamo… 24 anni”. “Gli avevo fatto presente – scrive ancora Albertini  – le mie contrarietà di carattere personale e familiare ad accettare il gravoso lavoro. Avrei rivissuto, da carnefice e da vittima, quella nuova fattispecie di reato: ‘il sequestro di persona del consenziente (come avevo definito la vita del sindaco di Milano), e una sicura crisi coniugale, essendo mia moglie contrarissima, oltre a ridurre considerevolmente il mio reddito”. Albertini si dice commosso dell’affetto e dell’interesse suscitato dalla sua possibile candidatura e nella lettera scrive anche: “Se fossi stato eletto ecco il mio primo atto di sindaco di Milano: chiedere a Beppe Sala di entrare nella Giunta municipale come vicesindaco, magari accompagnato da alcuni assessori suggeriti da lui o dalle forze politiche responsabili che lo sostengono”. “In altre circostanze non avrei mai pensato a un progetto così insolito, così inconcepibile, perfino farneticante. Ma viviamo tempi molto particolari e gravi. Dopo l’inverno della pandemia, ecco questa primavera in cui vogliamo tornare vivi per vedere risorgere Milano, anche distribuendo in sintonia con il Governo la quota di Investimento del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza destinato alla nostra città”.
red

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