Di cavolate ne ho sentite tra ieri e oggi, sulla questione dei tifosi dell’Inter in piazza Duomo. Eppure più che le cavolate sull’ordine pubblico (prime fra tutte quelle del prefetto, e adesso vi spiegherò perché), sento puzza di ipocrisia.

Iniziamo dal fondo. Per difendere l’indifendibile Anna Scavuzzo dagli attacchi della Lega si tira fuori che i leghisti interisti erano in piazza Duomo a festeggiare.
Domanda: e perché questo dovrebbe importarmi? Non è che se c’erano i leghisti allora io non posso chiedere le sue dimissioni o – peggio – la piazza è giustificata. Il leghista in piazza non giustifica la piazza. Non è che io non posso dire che quella roba in centro non si poteva fare.

Poi c’è Massimo Galli, che non perde l’occasione, come una velina brutta (mi si perdoni, ma almeno sulla parte estetica non est disputandum), di discettare di tutto. Ed essendo interista e di sinistra che cosa dice?
Che i contagi risaliranno per altri motivi. Ormai siamo alla politica pura su questioni mediche. Politica prima della sanità: e non è la prima volta, anzi è l’ennesima. Politica contro il buon senso. Il buon senso avrebbe imposto di lanciare messaggi per almeno una settimana prima della vittoria dello scudetto, dicendo di non andare in Duomo, avrebbe imposto di individuare luoghi alternativi (quali? Non faccio io né il sindaco né il vicesindaco né il prefetto), avrei voluto vedere post su Facebook, e Instagram, e magari anche una campagna di comunicazione più utile di MilanoMix che non si capisce che cosa voglia dire.

Attenzione: non sto dicendo che Beppe Sala è un cattivo sindaco. Assolutamente no. Chi mi conosce sa che stimo Beppe Sala, anche e soprattutto a livello umano. A livello politico ha fatto cose buone e cose cattive, come tutti i sindaci. Ma quando difende la Scavuzzo per le cose che non ha fatto in questi cinque anni, beh, allora sbaglia. Sbaglia di grosso.

Finiamo con il Prefetto. Fa un comunicato che è un orrore: un errore dietro l’altro. Idranti? Sgomberi con i manganelli? Ma di che cavolo stiamo parlando? Quella è la repressione. Qui invece parlavamo di prevenzione: evitare che arrivassero in piazza. Lanciare appelli. Fare quanto era possibile per evitare, dopodiché non si possono tenere le persone recluse con la forza, questo è certo. Ma è stato fatto quanto era possibile per evitare? Aggiungo che il problema fosse noto si evince dal fatto che ci si stava adoperando per spostare l’orario della prossima partita proprio per evitare assembramenti.

Ah, a proposito, l’8 maggio, è prevista la festa scudetto. Vediamo di far meglio, per favore.

Print Friendly, PDF & Email