La mancanza di dibattito nella città di Milano è imbarazzante. E non dico solo nei confronti dei cittadini, che per semplificazione e per mancanza di strumenti, oltre che per il peso mediatico preponderante della pandemia, sono portati a concentrarsi solo su pochi argomenti, e con scarsa profondità. Ma ormai il virus della sottovalutazione e dell’ignoranza delle vere partite ha contagiato anche quelle che una volta potevano essere definite elites e oggi – tutt’al più – sono portatrici di interessi senza grossa verve né senza molte idee. L’esempio più lampante è la gara per la presidenza di Assolombarda. A questo punto la gran parte del mondo politico generalmente si chiede: perché, c’è da scegliere il presidente degli industriali lombardi? Ecco, siamo ridotti a questo. La politica vuole parlare con gli imprenditori, e non sa neppure che l’associazione confindustriale più importante d’Italia va al voto per scegliere il successore di Carlo Bonomi, nel frattempo diventato leader di Confindustria. Eppure dovrebbe interessare, ai decisori e a tutto il mondo di potere che ruota attorno a loro, chi governa Assolombarda. Non è un dettaglio. Invece no: la campagna “elettorale” se così si può definire una campagna che da statuto non prevede interviste, oppone Alessandro Spada, il vicepresidente vicario, e l’outsider Alessandro Enginoli. Chi siano, lo sanno in pochi. Che cosa pensino, quali siano i loro programmi, praticamente nessuno. Non è un giochino tra correnti del partito, non è una dichiarazione sparata nello spazio inutile della politica partitica, o la solita polemica sulle piste ciclabili: è la scelta di chi guiderà quelli che sono il motore economico della città di Milano e della Lombardia, locomotiva d’Italia. Eppure non gliene frega niente a nessuno, e in primis ai giornali. Il segno del declino passa anche da qui. Quando riapriranno i licenziamenti, purtroppo, i rappresentanti del popolo dovranno cercare la biografia del nuovo presidente di Assolombarda, e cercare di capire quali idee abbia. E non sarà un bene.

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