Per commemorare in forma solenne i servitori della Repubblica caduti nell’adempimento del dovere e tutte le vittime del terrorismo, della mafia e di ogni altra forma di criminalità, il Consiglio regionale ha celebrato questa mattina nell’Aula consiliare di Palazzo Pirelli il “Giorno della Memoria”. Nel suo intervento, il Presidente Alessandro Fermi ha espresso la sua vicinanza ai famigliari delle vittime e ricordato eccezionalmente anche i medici, gli infermieri e i tecnici sanitari morti a causa della pandemia e che hanno prestato il loro servizio in modo encomiabile per contrastare la diffusione del Covid-19 al fianco dei pazienti e dei malati. “La testimonianza di questi martiri deve essere uno sprone per l’impegno di ognuno nel lavoro e nella vita di tutti i giorni, per una società migliore, che si riconosca appieno nella pacifica convivenza, nel rispetto delle regole e delle persone, nel fare bene il proprio lavoro, sapendo che questo serve al bene comune –ha detto il Presidente Fermi-. La cerimonia di oggi non è pertanto un gesto formale, ma un vero e proprio ringraziamento a chi ha offerto la vita per la nostra sicurezza e per la nostra salute. Le “note del Silenzio” fuori ordinanza ci richiamano al ricordo di chi non c’è più, al dovere della memoria e della gratitudine, nella consapevolezza che se la nostra società farà passi in avanti sarà solo grazie al loro lavoro, al loro sacrificio e alla loro vita”. Dopo l’intervento del Presidente Fermi, anche il Presidente della Giunta regionale Attilio Fontana ha portato un saluto, sottolineando l’alto valore educativo e culturale della cerimonia e ricordando le iniziative di contrasto alla criminalità messe in campo dalla Regione. Fontana ha ricordato Don Pino Puglisi, primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia: “parlando alla sua gente disse: ‘Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto'”. “Da questa sede – ha aggiunto il presidente della Regione – deve partire un monito alle giovani generazioni, affinché sentano la responsabilità di partecipare attivamente a diffondere la legalità, vivendo con coraggio e intervenendo con altruismo”. E’ seguita quindi l’esecuzione del silenzio d’ordinanza da parte di un militare trombettiere, alla presenza di numerose autorità civili e militari collegate da remoto.
Un saluto speciale è stato rivolto dal Presidente Fermi a tutti i parenti dei Servitori dello Stato caduti per difendere le istituzioni e la legalità che hanno partecipato da remoto e in particolare ai famigliari di Nicola Savarino, vigile urbano tragicamente investito da un malvivente; Giovanni Sali, appuntato dei Carabinieri assassinato a Lodi, e Pinuccio la Vigna, vigile del fuoco morto durante un intervento a seguito del crollo di un capannone durante un incendio.  Il “Giorno della Memoria”, istituito con legge regionale nel 2004, nacque per celebrare il ricordo di Renato Barborini e Luigi D’Andrea, agenti della Polizia di Stato caduti entrambi il 6 febbraio 1977 in un conflitto a fuoco con la banda criminale Vallanzasca al casello autostradale di Dalmine in provincia di Bergamo.

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