Pandemia, boom di ricerche su Google per i negozi di vicinato

Nuove abitudini degli italiani: aumentate vertiginosamente le ricerche di negozi locali, il 73% del totale, e quelle sulle attività limitrofe alla propria abitazione, schizzate al 20.000% secondo Google. In testa la Lombardia.

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La pandemia ha portato diversi cambiamenti nel comportamento dei consumatori italiani e internazionali. Secondo i dati Nielsen e Google  gli acquirenti fanno riferimento maggiore ai negozi di vicinato: gli acquisti si sono spostati dagli ipermercati ai supermercati più vicini a casa, fino ai negozi più prossimi all’abitazione. Le persone in questo contesto, si spostano di meno e conoscono meglio i negozi più vicini. La pandemia ha permesso a molti consumatori di conoscere nuove attività nella propria zona: non solo prodotti da acquistare, ma anche servizi di assistenza e supporto di vario genere. Tra i territori ad effettuare più ricerche “vicino a me” rispetto al territorio: la Lombardia al primo posto e poi a seguire: Lazio, Veneto, Piemonte, Toscana e Veneto tra le prime 5 Regioni. La ricerca è stata effettuata da  Local Strategy srl, (https://www.LocalStrategy.it      per approfondire), società che opera in progetti di automazione e consulenza per aziende con molti punti vendita che hanno obiettivi drive-to-store (ovvero portare più clienti nei negozi/ristoranti. Secondo Google Trends sono molte le ricerche effettuate dai consumatori ricercando “vicino a me” sul motore di ricerca, in merito a molti prodotti alimentari e attività legate all’alimentare. I dati fanno riferimento a periodo da febbraio 2020 a febbraio 2021. Sempre dati Google dicono che le ricerche dei consumatori relative alle attività commerciali locali sono aumentate del 20.000% durante la pandemia. Con il Covid-19 è cresciuto anche l’ecommerce, ma ci sono molte opportunità per le attività commerciali, sia singoli negozi che grandi catene purché vicine a casa. “Secondo Nielsen, per quanto riguarda la GDO, la grande distribuzione organizzata, rileva la ricerca, nel corso del 2020, a soffrire maggiormente sono stati ipermercati e “cash&carry”, registrando trend negativi del -8,9% e -19,2% mentre discount, negozi specializzati e supermercati si sono mostrati in controtendenza”.

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