La vicenda dei dati errati che hanno fatto finire la Lombardia in zona rossa si sta ingarbugliando un po’ come tutte le cose in Italia. Dove alla fine nessuno ha torto e nessuno ha ragione. E invece, stavolta, servirebbe chiarezza. Così, do il mio contributo con una serie di domande, a punti:

1) i dati di Regione Lombardia sono pubblici? Se sì, andiamo a vederli. Se no, che siano resi pubblici. L’algoritmo è pubblico? Se sì, andiamo a vederlo. Se no, che sia reso pubblico.

2) Oggi tutti i giornali parlano di una lettera dalla dg Welfare al Governo. Per alcuni è l’ammissione di colpevolezza. Anche se poi il Fatto scrive che Trivelli non parla mai di errore. Dunque si può avere una dichiarazione giurata da parte del presidente dell’Iss che afferma che i dati non sono stati integrati ma corretti, e che dunque erano sbagliati? E se ne può avere un’altra da parte di Trivelli che afferma che i dati non sono stati corretti ma integrati? Una dichiarazione giurata e ufficiale, per capirci, che poi può essere usata in tribunale per ottenere eventuali risarcimenti.

3) La Regione Lombardia continua a dire che non ha mandato dati sbagliati, ma che li ha integrati, su richiesta del Governo. Possiamo avere tutti i record che sono stati integrati?

4) Visto che il file è uguale per tutte le Regioni, possiamo sapere quali Regioni hanno compilato il famoso campo facoltativo? E in che modo? Ci sono altre Regioni che non hanno compilato? E compilandolo cambia il loro Rt oppure no?

5) Fontana dice che Bonaccini ha segnalato che l’algoritmo non funziona nella conferenza stato-Regioni: che cosa ne pensa oggi Bonaccini? Ci sono verbali che attestano questo fatto? Sono cinque domande semplici semplici. Così evitiamo di stare dietro a mille ricostruzioni. E la smettiamo di far caciara su un caso che è tutto tecnico, e andrebbe trattato in questa maniera.

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