Scuola, occupato il liceo Einstein

I ragazzi chiedono un nuovo modello di scuola

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Continua a Milano la “staffetta” di scuole occupate. Oggi è stato occupato il liceo scientifico Einstein.  Un gruppo di studentesse e studenti  è entrato all’interno del proprio istituto, dopo aver fatto il tampone (tutti risultati negativi). In mattinata  i ragazzi seguiranno le lezioni in DaD per poi svolgere un’assemblea nel pomeriggio, in cui gli studenti si impegneranno nell’immaginare un modello di scuola differente.

“Abbiamo preso
questa scelta – dicono gli studenti in un comunicato –  in base ai risultati del sondaggio promulgato qualche giorno fa. Tale sondaggio aveva l’obiettivo di trovare approvazione tra gli studenti rispetto alla sintesi portata avanti nel corso degli ultimi mesi. Il sondaggio e la nostra analisi circa la situazione attuale cita le testuali parole: ‘Non dobbiamo chiedere la riapertura immediata ma dobbiamo richiedere che il modello di scuola cambi affinché la riapertura sia una naturale conseguenza di investimenti, politici e economici che colmino quei buchi che da anni vive la scuola pubblica, poiché i fondi ad ora ci permettono di farlo’.
Il nostro gruppo di studentesse e studenti si è ritrovato a interrogarsi sul fatto che fosse
necessario fare un passo avanti rispetto alla narrazione divisiva e sorpassata in cui
gli studenti si schierano tra SiDaD e NoDaD, una contraddizione che però non pensiamo
sia reale nel momento in cui investire sulla scuola comporterebbe un necessario e
consequenziale rientro in sicurezza. Il sondaggio è stato compilato da 370 studenti/esse, di
questi/e il 74,1% esprime un consenso nei confronti dell’analisi fatta.


Abbiamo deciso di assumerci una responsabilità come giovani, studenti e adulti del futuro.
La DaD ormai si trascina i suoi problemi da marzo 2020 e le istituzioni non hanno ancora
avuto la capacità di investire sulla scuola e quindi sul futuro, senza permettere che questa
istituzione potesse porsi come punto di forza per affrontare al meglio e con uno sguardo a
lungo termine la crisi che stiamo vivendo e che vivremo.
Non vogliamo che la nostra azione venga vista come irresponsabile, altresì essa vuole
essere una lezione di educazione civica e sociale: dopo mesi di abbandoni e trascuratezza
gli studenti hanno preso coscienza e si sono riappropriati degli spazi che gli spettano per
riformare la scuola, intesa come un luogo fondamentale in cui progettare un futuro diverso
per le prossime generazioni”.
Le motivazioni degli studentinello specifico:
I fondi destinati alla scuola nel piano del Recovery Fund non sono sufficienti a stilare un
programma serio e a lungo termine che abbia come obiettivo il rientro a scuola e una
revisione di come essa è stata concepita.
La regione anche quest’anno ha deciso di assegnare alle scuole paritarie il 60% dei fondi
indirizzati al diritto allo studio. Non possiamo più accettare che dopo anni di tagli anche
quest’anno le istituzioni non siano disposte a immaginare un cambio di modello che ci possa permettere di tornare in presenza in sicurezza.


I dati riferiti alla didattica a distanza in questo momento sono spaventosi (fonte: Ipsos per
Save The Children):
– Il 46% dei ragazzi e delle ragazze ha trovato lo scorso anno come sprecato.
– Il 65% dei ragazzi e delle ragazze è convinto di pagare le incapacità degli adulti
di gestire la pandemia.
– L’85% dei ragazzi e delle ragazze ha affermato di aver compreso quanto sia
importante relazionarsi con altre persone.
– Il 28% dei ragazzi o delle ragazze ha avuto almeno un compagno o una compagna
che ha smesso di frequentare le lezioni in DaD.
Al fronte di questi dati non possiamo esimerci dal rivendicare una didattica che insegna a
prestare attenzione alla realtà che ci circonda, dalla quale esigiamo lo stesso trattamento
(fondi investiti nel strutture scolastiche, nei trasporti dedicati alla scuola, nei tamponi per
studenti professori e personale ATA e nei termo scanner)

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