Delpini, l’umanità si è rivelata nella sua tragica grandezza

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«Un inno alla tragica grandezza dell’umanità: ecco perché cantiamo il Te Deum a conclusione di un anno segnato da tante sofferenze, tante morti, tante preoccupazioni, tante confusioni. L’umanità si è rivelata nella sua tragica grandezza». Così l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha aperto la sua omelia durante le celebrazione eucaristica nella Chiesa di Santa Maria alla Scala in San Fedele di ieri sera.
Durante la celebrazione nella chiesa retta dai gesuiti, seguita come da tradizione dal canto del Te Deum, il pastore della Chiesa ambrosiana ha affermato: «È stato un anno di sconfitte: un organismo invisibile ha umiliato l’organizzazione, la scienza, i progetti, l’iniziativa di tutta intera l’umanità, ma l’organismo invisibile insensato e incosciente ha rivelato quanto gli uomini e le donne siano tragicamente grandi». In questi mesi, ha proseguito l’Arcivescovo, «si è rivelata la grandezza della gente di questa nostra terra. Uomini e donne sono rimasti al loro posto. (…) Non hanno fatto solo il loro lavoro. Hanno fatto di più. Hanno ritenuto irrinunciabile la solidarietà».
Ripercorrendo i drammatici mesi scorsi ma anche con lo sguardo al nuovo anno che si apre, mons. Delpini ha concluso: «Nei momenti drammatici che abbiamo vissuto si è potuto riconoscere la grandezza di uomini e donne: la coscienza di essere vivi e desiderosi di vivere bene, la coltivazione degli affetti e della tenerezza, la serietà nel proprio dovere e la generosità nella solidarietà, la riconoscenza e fiducia in Dio non solo ci danno motivo per cantare il Te Deum, ma ci incoraggiano a continuare a percorrere il cammino che ci sta davanti in modo da essere degni della nostra vocazione, nella sapienza e nella fierezza d’appartenere a questa umanità amata da Dio».
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