Sono raddoppiate le proposte “irrituali” – di aiuto economico, acquisto dell’azienda a un valore inferiore a quello di mercato, cessione delle quote aziendali – fatte alle attività commerciali, turistiche e di servizi: dal 9% (in particolare nella ristorazione) nella prima rilevazione al 19% di oggi. Il dato emerge dal sondaggio selettivo (411 le imprese che hanno risposto) realizzato da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con i risultati, elaborati dall’Ufficio Studi, raccolti dall’analisi delle risposte di attività associate dei pubblici esercizi (ristorazione), del turismo, del dettaglio non alimentare e del settore immobiliare. Hanno in particolare risposto all’indagine le attività di ristorazione (38%), i dettaglianti non alimentari (30%) e le agenzie immobiliari (13%). La precedente rilevazione era stata effettuata ai primi di giugno. I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi, giovedì 26 novembre, nell’evento di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza “La criminalità ai tempi del Covid: quali pericoli per le imprese”.

Al dibattito – in collegamento con Mario Peserico, vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con competenza sui temi della legalità – hanno partecipato il Prefetto di Milano Renato Saccone e il Procuratore e Coordinatore della DDA di Milano, Alessandra Dolci. Oltre al significativo aumento percentuale delle segnalazioni di richieste anomale, rilevato soprattutto nella ristorazione (20%) e nella ricettività (21%) con proposte d’acquisto a un valore inferiore a quello di mercato, l’indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza mette in rilievo come, da giugno a novembre, siano anche cresciuti i reati ai danni delle attività commerciali, turistiche e di servizi.

Si sono soprattutto triplicati i danneggiamenti, segnalati dal 12% dei rispondenti rispetto al precedente 4%. In aumento anche furti ed effrazioni. Vittime di danneggiamenti in particolare l’automotive (29%), la ricettività (21%) e la ristorazione (19%). I furti hanno colpito di più l’oreficeria (14%), la ristorazione (11%) e il dettaglio non alimentare (10%). Come nella precedente rilevazione, l’indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza ha posto forte attenzione su come le attività, in questi mesi difficilissimi di emergenza sanitaria con restrizioni e lockdown, stiano affrontando la carenza di liquidità. Il 69% degli imprenditori, con un incremento del 5%, ha fatto ricorso al patrimonio aziendale. Molte più imprese si sono rivolte alle banche: dal 43% di giugno al 56% di novembre. E sono diminuiti i fornitori disposti a far credito: dal 52% di imprese che avevano dichiarato, a giugno, di aver ricevuto questa disponibilità, si è scesi al 37%.

“La significativa crescita, rispetto solo a pochi mesi fa, delle richieste ricevute, in particolare (dal 6 all’11%) per proposte d’acquisto dell’attività ad un valore inferiore a quello di mercato – sottolinea il vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza Mario Peserico – costituisce un campanello d’allarme certamente da non sottovalutare. Gli effetti prolungati dell’emergenza Covid impattano pesantemente sulla tenuta economica e la liquidità delle imprese. In questa situazione di grave difficoltà per molte aziende, è ancor più importante intensificare il monitoraggio di questi fenomeni, rafforzare la collaborazione con le istituzioni, soprattutto far arrivare i ristori rapidamente e in modo congruo in rapporto alle perdite di fatturato”.  Assieme ai risultati della nuova indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, sono stati anche illustrati, con un focus incentrato su usura ed estorsione alle imprese, i dati raccolti “open source” (giornali, web…) da Misap, organismo che si occupa di progettazione, formazione e ricerca applicata alla prevenzione della criminalità, attraverso la piattaforma Mine Crime, prima community in Italia di sicurezza urbana. Dai casi di estorsione e usura rilevati e presi in esame con la piattaforma Mine Crime – trend in crescita nel triennio 2018-2020 – emerge una correlazione fra l’aumentare dei reati e la crescita di casi di immobili e aziende confiscati sul territorio. Più alto, inoltre, è, nel singolo comune, il reddito pro-capite, maggiore è la probabilità che nello stesso comune si verifichi un caso di usura ed estorsione.

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