Sala, serve una riforma radicale della sanità lombarda

Il sindaco di Milano in un'intervista a La Repubblica critica la gestione dell'emergenza Covid della Regione Lombardia.

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“E’ tempo di ripensare la gestione della sanità lombarda. Sono sotto gli occhi di ciascuno le carenze e le difficoltà manifestate in questi drammatici mesi”. Lo dice il sindaco di Milano Beppe Sala in un’intervista a ‘La Repubblica’ pubblicata oggi. Il modello del centrodestra, dice Sala,  va “cambiato radicalmente. Ma non vedo alcun pensiero strategico in proposito venire fuori dalla giunta regionale. Con il Pd lombardo invece – spiega – stiamo lavorando a una prima bozza di lavoro”. Cinque i punti del ‘cambio di marcia’: “Al primo l’istituzione di un’Agenzia per il governo della sanità – spiega – al fianco di essa abbiamo poi bisogno di un soggetto che si occupi veramente di innovazione, ricerca, telemedicina e big data”. Tra pubblico e privato “va riequilibrato il rapporto e va introdotto un sistema di rimborsi al privato che non si basi solo sulla fatturazione della singola prestazione, ma che tenga conto del risultato dell’intero percorso di cura. Sarà una rivoluzione”. Terzo punto “il ritorno ai Distretti, punto di riferimento per una dimensione di assistiti più limitata”. Al quarto punto ci sono “i medici di base, che non riescono a fare bene il loro mestiere. La loro figura in Lombardia è stata sempre più marginalizzata. Bisogna investire di più su di loro, sia riducendo il numero medio dei pazienti, sia nella formazione. E poi bisogna tornare a investire sui Consultori”. I sindaci sulla sanità “nella sostanza non hanno quasi nessuna leva per poter agire. Invece, immaginiamo la costituzione di un “Consiglio di Indirizzo” a livello lombardo, nel quale vengano coinvolti i sindaci delle città capoluogo, che abbia la responsabilità della definizione delle politiche di sanità territoriale”.

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